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sabato 29 dicembre 2018

I lobbisti avevano capito tutto su M5S?

Ascoltate prima la canzone(e fatevi un'idea)




 poi leggete in fondo allo studio pubblicato da Di Maio(penultima pagina); cioè ciò che i lobbisti di FB lab dicono dei 5stelle(riporto qui per comodità) a pagina 17 di questo stesso studio: 


http://www.fbassociati.it/fblab/FBLAB-M5S.pdf

La disamina delle azioni del Movimento è davvero puntigliosa ed interessante. E consiglio caldamente di leggerla.
A pagina 17  però arriva la parte ancora più interessante….




A
livello macroeconomico comunitario m5s è  antisistema?


Riporto per chi avesse difficoltà di vista: "Che l’atteggiamento del M5S a Bruxelles costituisca un modello da seguire anche in Italia è testimoniato da alcuni altri elementi riscontrati nell’ultimo periodo: il ritorno definitivo di Grillo alla professione di comico, la valorizzazione di elementi moderati come Di Maio, il depotenziamento di alcune prese di posizione piuttosto radicali espresse con forza in passato (specie in politica estera, o sulla tematica dell’uscita dall’euro). Questo cambio di linea è perlatro molto apprezzato a livello internazionale, come mostra l’ottima stampa di cui ha recentemente goduto il M5S, anche nella persona della Candidata Sindaco al Comune di Roma, Virginia Raggi."
Ciascuno tragga le conclusioni che deve.

SCRITTO IERI? 29/12/2018

martedì 14 febbraio 2017

SCHIAVO O LAUREATO?

Nell'era del job act, della deflazione salariale, dello sfruttamento e della precarietà una nuova notizia fa capolino alle mie orecchie.




Una ragazza, di 24 anni che si è appena laureata in economia mi racconta una storia di sfruttamento che ha dell'incredibile relativa ad una nota società di revisione.
Ve la riporto qui in modo che possa svegliare tanti laureati presi a stage a non farsi schiacciare e pensare che tutto questo sia "normalità".
La nota società di revisione ha preso la ragazza a stage a soli 500 €(addirittura pubblicizzato in documenti interni) al mese dopo una lunga selezione tra molti suoi colleghi. Solo infatti i migliori possono accedere agli ambiti posti da stagista presso questa azienda.
La giovane comincia a raccontare vengono fatti lavorare come se fossero assunti con orari che vanno dalle 8 alle 21 e tra le altre cose, nel loro periodo di formazione gli viene richiesto di usare il telefono per contattare i clienti. 
Fin qui non ci sarebbe niente di male, se non che si scopre che il che la neo laureata in economia è costretta ad è impiegare, sotto pressione dei partner e dei quadri, il cellulare personale.
La giovane mi dice che i ragazzi come lei per non figurare di essere stagista, i quali non hanno diritto ad un telefono aziendale e quindi subire ulteriori "angherie", a suo dire sono costretti ad inventarsi delle scuse per dire di un avere un telefono cellulare personale con loro, poiché per contattare i clienti, non fornendo l'azienda un cellulare aziendale nemmeno una Sim, sono costretti ad usare il proprio telefono con conseguente aggravio di costi gli stessi. 
Quindi oltre a rimetterci per lavorare devono usare il proprio telefono cellulare personale per gli interessi dell'Azienda.
Questi stagisti, a dire della ragazza, sono ormai entrati in una mentalità di totale sfruttamento e sono costretti ad inventare scuse per dire che non hanno il telefono in ufficio per evitare appunto di pagare loro ciò che va nell'interesse della società.
Riprendendo le parole la mia fonte sostiene che: "non è carino farsi vedere come se l'ultimo stagista fa il difficile sull'uso di un di un proprio telefono personale per motivi di lavoro davanti ai manager" quindi "si è addirittura costretti a nascondere la propria condizione di sfruttamento di stagista sottopagato anziché impiegarla per lotte in merito al salario e ai diritti nella stessa società".
Nella stessa società quadri dirigenti dicono gli statisti di maniera chiara che: "sono graditi comportamenti proattivi e il fermarsi in ufficio oltre l'orario assicurato legalmente(le 18) anche se questo sarebbe palesemente illegale: notare che il salario dei ragazzi non cambia a seconda della loro "rampanza" e "produttività" a fine mese prendono sempre, questi poveri studenti e neolaureati in economia, ben meno di 1000 € al mese per un lavoro o meglio per una schiavitù non legalizzata.
Questa servitù della gleba del terzo millennio non ha nemmeno la possibilità di potere mantenersi poiché a questi schiavi non è condurre condurre una vita dignitosa avendo stipendi mensili o meglio(parziali) rimborsi spese per usare il termine corretto ben inferiori ai 1000 €.
Quindi, il largo ai giovani di questa azienda, in sostanza si traduce in "pagare per lavorare" rimettendoci per lavorare e devono oltretutto tutto vergognarsi della loro condizione di sfruttati davanti ai bei pagati manager della società poiché non fa figo.

lunedì 2 gennaio 2017

PERCHE' IN ITALIA CI PAGANO POCO?

Incontro a capodanno una persona non italiana che conosco bene e iniziamo a chiacchierare di lavoro e mi dice una serie di cose  sorprendenti.
Le trascrivo qui perché mi hanno profondamente colpito e mi hanno dimostrato qualora ce ne fosse ancora bisogno di come i salari si stiano abbassando e perché.Ma veniamo subito a ciò che ci siamo detti. Chiedendole del lavoro che svolge ora e dei colloqui che ha avuto mi riferisce che :"
 ho rifiutato 700 euro full time al mese perché erano pochi ,  rispondendo ad un colloquio: solo l'affitto a Milano mi costa 500 euro, cosa me ne faccio di 700 euro al mese ? Come faccio a vivere? Le rispondono."Guarda che se tu rifiuti  abbiamo tanti italiani che lavorano per 400 euro ."
Mi chiede :"come fanno gli italiani ad accettare ?"
E rincara la dose dicendo:" come mai gli italiani accettano questi salari?" Io le rispondo che nell'attuale situazione i suoi coetanei spesso hanno stage e/o "lavori"  in cui ci rimettono : pagano quindi per lavorare (giustificandosi con la famosa frase "fa curriculum") .
Mi chiede come mai tanti italiani pagano per lavorare ? Decido di farle un esempio.

Se ad un tavolo ci sei solo tu che cerchi lavoro e tanti, facciamo 19, persone, che vogliono assumerti (come avveniva prima che entrassimo nell'euro,  con disoccupazione che era quasi la metà di quella odierna). Pur di assumerti i datori di lavoro non faranno a gara ad aumentare il tuo salario e i tuoi diritti?
Ora immagina la situazione opposta : allo stesso tavolo da 20 persone uno solo è il datore di lavoro e 19 sono in cerca di lavoro.Pur di ottenere quel posto i candidati all'agognato impiego, se non possono coordinarsi, come accade nella realtà , non faranno a gara ad abbassarsi lo stipendio pur di lavorare? Ecco spiegato come possa esistere in Italia il fenomeno di quelli che "lavoro" a 400 euro al mese perché "fa curriculum".
Peccato che non potresti vivere con 400 euro in autonomia .Quindi se non puoi nemmeno sostenere le spese per vitto ed alloggio vedi esempio a questo link:  http://lucabattanta.blogspot.fr/search/label/neofeudalesimo 
di fatto stai pagando(o per essere precisi , i tuoi genitori stanno sovvenzionando il tuo datore di lavoro per farti lavorare )e non stai guardando nulla , anzi talvolta ci stai rimettendo, per lavorare! 
Forse ecco a cosa serve la disoccupazione strutturale fissata  per l'Italia nell'eurozona al 12% per adulti e al 40% per i giovani? A comprimere i salari? 
Ricorda anche questo: una moneta forte serve ad importare facilmente ma crea difficoltà ad esportare .E se importi non stai producendo nel tuo Paese quindi i beni li sta producendo qualche altra persona e non stai lavorando tu.Quindi stai consumando cioè che prima facevi tu ma che ora produce qualcun'altro all'estero?Immagina cosa succede se ciò diventa prassi per molti settori dell'economia.
Tanti disoccupati e sottopagati che consumano prodotti importati che prima producevano loro?
Per un Paese che ha la seconda industria manifatturiera d'Europa cosa succede se adotti una moneta forte con un cambio fisso verso i tuoi competitor e mercati di sbocco ?
Altra domanda facile su cui riflettere : con una moneta forte come l'euro è più facile al tessuto imprenditoriale di diventare importatori rispetto a produrre i beni nel proprio paese non si creerà in un Paese il cui è traino l'industria manifatturiera una massa critica di disoccupati come quella che stiamo vedendo oggi che pur di lavorare accetta condizioni capestro che talvolta non gli consentono nemmeno di mantenersi?




Per il sondaggio di Almalaurea per determinare la situazione degli occupati dopo la laurea ad esempio se anche stai lavorando in nero a meno di 200 euro al mese sei infatti considerato occupato.
https://twitter.com/lucabattanta/status/773143083496112130
Una chiosa finale: se a questo trend di distruzione dei diritti e dei salari lasciamo che siano gli stranieri ad opporsi in primis con atti di resistenza come quello della persona che ho citato l'italia e gli italiani che non oppongono resistenza ma si adeguano al ribasso dei salari e dei diritti pensando che sia ineluttabile non stanno facendo il male di se stessi e nel proprio Paese?
Per evitare che anche gli stranieri già integrati si ribellino cosa c'è di meglio che importare migranti economici in crisi economica(vedi dati qui http://lucabattanta.blogspot.it/2016/09/impennata-di-richieste-di-asilo.html )  e in cambio di vitto ed alloggio farli lavorare quasi gratis come raccomandano caldamente la Confindustria tedesca e il Fondo Monetario Internazionale
https://www.euractiv.com/section/justice-home-affairs/news/imf-recommends-paying-refugees-below-the-minimum-wage/ ? 

giovedì 1 settembre 2016

RICHIESTE DI ASILO RESPINTE: TUTTI IN FUGA DALLA GUERRA... O FORSE NO?





Mi sono capitati in mano di recente alcuni articoli che riguardano una questione di stretta attualità ovvero quella dei richiedenti asilo.
Il più interessante è stato quello su La stampa della data di questo post.
Il titolo è eloquente: 

Record di richieste d’asilo respinte: diventa rifugiato solo uno su venti 

Sempre più difficile ottenere lo status. Oltre sei su dieci non ricevono alcuna protezione
come il suo contenuto che potete rintracciare qui:
L'articolo parte da un'analisi dei dati impietosa:ben il 63% delle domande di asilo vengono rigettate.
Come riportato nel testo: 
"Le richieste di asilo, invece, sono in aumento: 70 mila da inizio anno. Nel 2012 furono 17 mila, 26 mila nel 2013. Il 2014 è stato l’anno del boom con 63 mila domande, poi cresciute a 83 mila nel 2015. Quest’anno - se la tendenza registrata finora si manterrà costante - supereranno le 100 mila. Comunque molte meno rispetto ad altri Paesi europei. In Germania, dopo il milione di domande pervenute nel 2015, si aspettano 300 mila richieste entro fine anno. Quel che è certo è che dei quasi 58mila migranti che da inizio 2016 hanno ricevuto risposta alla domanda di asilo in Italia, la maggioranza non può restare: oltre 34 mila stranieri hanno ricevuto un foglio di via con l’obbligo di lasciare il territorio nazionale entro dieci giorni. Cosa che quasi mai accade: il documento, spesso, è il preludio a una vita da fantasma nel mondo della clandestinità.  "


esisti della valutazione delle domande di richiesta asilo negli ultimi 4 anni
da articolo la stampa pubblicato al link indicato sopra




Qualche domanda sorge spontanea:
1) chi paga le domande di asilo per gli immigrati?
2) qual è il tempo medio di esame di una domanda?
3)cosa succede in caso di rigetto della domanda?
4)quali Paesi, dichiarati dai richiedenti, sono i più rappresentati nelle domande di protezione?

1) Le domande di asilo le paghiamo noi e , salvo allontanamenti volontari degli stessi richiedenti asilo, paghiamo noi anche la permanenza nei centri.Come si può intuire, dato che la durata media di esame, tra valutazione in commissione territoriale e ricorso in tribunale, per  domande è di 18 possiamo dedurre 
Secondo dati dalla Tv di Stato francese confermati da Financial Times l'Europa fornisce un contributo di soli 6000 euro per ogni richiedente asilo.Ciò significa che il resto lo paghiamo noi con la fiscalità generale ma il costo annuo per ogni richiedente asilo è ben più alto aggirandosi attorno ai 30000 euro annui.


In altri Paesi, Francia in primis, il costo è talvolta quasi la metà ma in ogni caso l'Europa non riesce a coprire l'intero ammontare per il mantenimento di un richiedente asilo.

2)possiamo quindi stimare in circa 50.000 € ovvero il costo per i 18 mesi di permanenza dei centri i costi e i tempi delle domande.

3)In caso di rigetto in teoria dovrebbe esserci l'espulsione ma realtà è che 
nel Nostro Paese nel 2016 sono sbarcati 107.089 immigrati, di questi, solo 69.386 , come abbiamo visto nella slide prima riportata hanno fatto richiesta d'asilo. Gli altri 37.703 immigrati (molti di questi non identificati)  che fine hanno fatto?
Come riporta l'ex assessore alla sicurezza della Lombardia Simona Bordonali:
"Non hanno raggiunto gli altri Paesi europei perché quelli confinanti hanno chiuso le frontiere e non sono stati allontanati perché il governo italiano non sta eseguendo rimpatri. A questi vanno aggiunti anche i 2.255 che risultano irreperibili dopo aver fatto richiesta d'asilo. È il Viminale dunque a dirci che solo nel 2016 in Italia circolano 40.000 fantasmi in più. "
A testimonianza della bontà di ciò che dice l'assessore possiamo ricordare che solo la Svizzera ha espulso 7000 immigrati irregolari verso l'Italia andando ad ingigantire l'emergenza sulle città di confine.La stessa durezza è stata perseguita altresì da Francia, Germania, Austria.
La stessa Germania con il suo ministro degli interni si è da un lato appellata ad un piano di registrazione dei migranti dall'altro ha provveduto all'espulsione durante quest'anno ha provveduto a riconsegnare alla Grecia 4000 persone che non avevano i requisiti per l'Asilo.

Un interessante planning su ciò che ha in mente la Germania relativamente alla gestione dei flussi migratori lo possiamo ascoltare in questo incontro avvenuto al meeting di Rimini tra Alfano e il suo omologo Ministro dell'interno tedesco: 



Passiamo infine all'ultima domanda:

4)quali Paesi, dichiarati dai richiedenti, sono i più rappresentati nelle domande di protezione?

Qui risponde una slide della commissione nazionale richiedenti asilo 



Semplicemente leggendo le tabelle si nota che ci sono alcune informazioni che dovrebbero far riflettere.
L'africa è il continente più rappresentato sia nelle domande e si nota che solo una domanda su 6 è presentata da una donna.
Un altro dato interessante è quello relativo ai nomi dei Paesi dichiarati dei richiedenti .Ben pochi migranti siriani 956 e invece numeri considerevoli da Paesi asiatici ed africani e latino americani senza conflitti in atto ma addirittura che rappresentano economie in crescita per le rispettive aree del Mondo:
 Cina(633), Pakistan(9520) , El Salvador(690), Senegal(4268), Gambia(5434), Ghana(2383), Egitto(473), Camerun(1194),Costa D'avorio(4238) ,Marocco(977), Bangladesh(2803)
Ci si chiede chi ha interesse illude  persone che queste domande di asilo possano essere accettate!? Ogni domanda, anche rigettata, ha un ricorso in tribunale, seppur talvolta infondato come si può leggere qui:
http://lucabattanta.blogspot.it/2013/06/il-papa-ci-chiede-di-accogliere-i-veri.html
Non sarebbe il caso di evitare che vengano date  illusioni ai richiedenti asilo?

RICHIESTE DI ASILO RESPINTE: TUTTI IN FUGA DALLA GUERRA... O FORSE NO?





Mi sono capitati in mano di recente alcuni articoli che riguardano una questione di stretta attualità ovvero quella dei richiedenti asilo.
Il più interessante è stato quello su La stampa della data di questo post.
Il titolo è eloquente: 

Record di richieste d’asilo respinte: diventa rifugiato solo uno su venti 

Sempre più difficile ottenere lo status. Oltre sei su dieci non ricevono alcuna protezione
come il suo contenuto che potete rintracciare qui:
L'articolo parte da un'analisi dei dati impietosa:ben il 63% delle domande di asilo vengono rigettate.
Come riportato nel testo: 
"Le richieste di asilo, invece, sono in aumento: 70 mila da inizio anno. Nel 2012 furono 17 mila, 26 mila nel 2013. Il 2014 è stato l’anno del boom con 63 mila domande, poi cresciute a 83 mila nel 2015. Quest’anno - se la tendenza registrata finora si manterrà costante - supereranno le 100 mila. Comunque molte meno rispetto ad altri Paesi europei. In Germania, dopo il milione di domande pervenute nel 2015, si aspettano 300 mila richieste entro fine anno. Quel che è certo è che dei quasi 58mila migranti che da inizio 2016 hanno ricevuto risposta alla domanda di asilo in Italia, la maggioranza non può restare: oltre 34 mila stranieri hanno ricevuto un foglio di via con l’obbligo di lasciare il territorio nazionale entro dieci giorni. Cosa che quasi mai accade: il documento, spesso, è il preludio a una vita da fantasma nel mondo della clandestinità.  "


esisti della valutazione delle domande di richiesta asilo negli ultimi 4 anni
da articolo la stampa pubblicato al link indicato sopra


Qualche domanda sorge spontanea:
1) chi paga le domande di asilo per gli immigrati?
2) qual è il tempo medio di esame di una domanda?
3)cosa succede in caso di rigetto della domanda?
4)quali Paesi, dichiarati dai richiedenti, sono i più rappresentati nelle domande di protezione?

1) Le domande di asilo le paghiamo noi e , salvo allontanamenti volontari degli stessi richiedenti asilo, paghiamo noi anche la permanenza nei centri.Come si può intuire, dato che la durata media di esame, tra valutazione in commissione territoriale e ricorso in tribunale, per  domande è di 18 possiamo dedurre 
Secondo dati dalla Tv di Stato francese confermati da Financial Times l'Europa fornisce un contributo di soli 6000 euro per ogni richiedente asilo.Ciò significa che il resto lo paghiamo noi con la fiscalità generale ma il costo annuo per ogni richiedente asilo è ben più alto aggirandosi attorno ai 30000 euro annui.


In altri Paesi, Francia in primis, il costo è talvolta quasi la metà ma in ogni caso l'Europa non riesce a coprire l'intero ammontare per il mantenimento di un richiedente asilo.

2)possiamo quindi stimare in circa 50.000 € ovvero il costo per i 18 mesi di permanenza dei centri i costi e i tempi delle domande.

3)In caso di rigetto in teoria dovrebbe esserci l'espulsione ma realtà è che 
In Nostro Paese nel 2016 sono sbarcati 107.089 immigrati, Di questi, solo 69.386 , come abbiamo visto nella slide prima riportata hanno fatto richiesta d'asilo. Gli altri 37.703 immigrati (molti di questi non identificati)  che fine hanno fatto?
Come riporta l'assessore alla sicurezza della Lombardia Simona Bordonali:
"Non hanno raggiunto gli altri Paesi europei perché quelli confinanti hanno chiuso le frontiere e non sono stati allontanati perché il governo italiano non sta eseguendo rimpatri. A questi vanno aggiunti anche i 2.255 che risultano irreperibili dopo aver fatto richiesta d'asilo. È il Viminale dunque a dirci che solo nel 2016 in Italia circolano 40.000 fantasmi in più. "
A testimonianza della bontà di ciò che dice l'assessore possiamo ricordare che solo la Svizzera ha espulso 7000 immigrati irregolari verso l'Italia andando ad ingigantire l'emergenza sulle città di confine.La stessa durezza è stata perseguita altresì da Francia, Germania, Austria.
La stessa Germania con il suo ministro degli interni si è da un lato appellata ad un piano di registrazione dei migranti dall'altro ha provveduto all'espulsione durante quest'anno ha provveduto a riconsegnare alla Grecia 4000 persone che non avevano i requisiti per l'Asilo.

Un interessante planning su ciò che ha in mente la Germania relativamente alla gestione dei flussi migratori lo possiamo ascoltare in questo incontro avvenuto al meeting di Rimini tra Alfano e il suo omologo Ministro dell'interno tedesco: 



Passiamo infine all'ultima domanda:

4)quali Paesi, dichiarati dai richiedenti, sono i più rappresentati nelle domande di protezione?

Qui risponde una slide della commissione nazionale richiedenti asilo 



Semplicemente leggendo le tabelle si nota che ci sono alcune informazioni che dovrebbero far riflettere.
L'africa è il continente più rappresentato sia nelle domande e si nota che solo una domanda su 6 è presentata da una donna.
Un altro dato interessante è quello relativo ai nomi dei Paesi dichiarati dei richiedenti .Ben pochi migranti siriani 956 e invece numeri considerevoli da Paesi asiatici ed africani e latino americani senza conflitti in atto ma addirittura che rappresentano economie in crescita per le rispettive aree del Mondo:
 Cina(633), Pakistan(9520) , El Salvador(690), Senegal(4268), Gambia(5434), Ghana(2383), Egitto(473), Camerun(1194),Costa D'avorio(4238) ,Marocco(977), Bangladesh(2803)
Ci si chiede chi ha interesse illude  persone che queste domande di asilo possano essere accettate!? Ogni domanda, anche rigettata, ha un ricorso in tribunale, seppur talvolta infondato come si può leggere qui:
http://lucabattanta.blogspot.it/2013/06/il-papa-ci-chiede-di-accogliere-i-veri.html
Non sarebbe il caso di evitare che vengano date  illusioni ai richiedenti asilo?

sabato 27 agosto 2016

il nuovo Stato sociale: quello "benefit" privatizzato







A causa della modifica del titolo V della Costituzione imposta dall'Unione Europea e con una singolare interpretazione del principio di sussidiarietà si è assistito all'arretramento della funzione dello Stato nella fornitura di servizi pubblici e di welfare.
Abbiamo visto sempre più di frequente lo Stato, le regioni, i comuni con scarsità di mezzi, a causa dei paletti Ue, e nello stesso tempo il fiorire di Onlus, facenti parte del cosiddetto terzo settore, la cui riforma è iniziata sotto il Governo Monti e terminata proprio a Giugno 2016.  http://www.diritto24.ilsole24ore.com/art/dirittoCivile/2016-06-10/la-riforma-terzo-settore-e-legge-novita-associazioni-e-imprese-sociali-174522.php

Numerose Onlus le abbiamo viste anche in situazioni di emergenza rimpiazzare lo Stato: accoglienza ai migranti ed addirittura salvataggio in mare con equipaggi dedicati alla ricerca e al soccorso come la Nave di medici senza frontiere.

Ci si chiederà se le Onlus e la riforma del terzo settore rappresentino un punto di arrivo del cambiamento del welfare desiderato da Ue ed organismi sovranazionali.
Nel recente terremoto, anche a seguito di uno studio europeo ordinato dalla Commissione Europea, si sta ventilando l'Italia che in futuro non sarà più possibile che lo Stato possa contribuire alla ricostruzione delle abitazioni danneggiate.



Le onlus sono "non lucrative".Ci si domanda quindi : c'è la possibilità e c'è in programma di trasformare le loro attività  in una modalità  "lucrativa" le attività svolte dalle Onlus e dallo Stato?

La risposta, a mio avviso, è che la fase successiva potrebbe essere quella di far diventare lucrativo lo Stato sociale e portare il profitto nel fornire i servizi pubblici.
Come sarebbe possibile ?
Con l'invenzione delle società benefit, di cui l'Italia è particolarmente all'avanguardia dal punto di vista normativo, spinta particolarmente da un esponente del Partito Democratico Mauro Del Barba.
In sordina la vigilia di Natale del 2015 https://twitter.com/lucabattanta/status/680080994347708417
lanciavo l'allarme sull'arrivo.Grazie a questo passo legislativo si manifesterà  il cosiddetto "welfare compassionevole", portato da grandi multinazionali che passano a gestire "eticamente" servizi pubblici ed alla persona.
Lo scopo ufficiale della società benefit è quello di soddisfare gli stakeholder quindi tutti quegli interlocutori e portatori di interesse che hanno a che fare con l'impresa.Tra questi possiamo annoverare: i lavoratori, i sindacati e certamente  benefici per la comunità locale (che nel caso dei servizi alla persona o di pubblica utilità coincide con il cliente dell'impresa benefit).
Come capire se stiamo parlando di una società benefit? Quale ne sarebbe la discriminante?
Un rapporto! Una relazione sulla presunta eticità del business!
Su un recente articolo del corriere compaiono due punti che è interessante riportare qui:
http://sociale.corriere.it/societa-benefit-litalia-ha-il-primato-europeo-il-boom-delle-b-corp-che-fa-paura/


Le b-corp piacciono anche alle multinazionali. Dopo Unilever si è mossa in questa direzione anche Danone. Lorna Davis, chief manifesto catalyst aziendale, ha partecipato al summit romano. Pur non essendo una benefit corporation, Danone si è impegnata a valutare la propria attività seguendo gli standar benefit. Saranno quindici le società dell’azienda coinvolte nella sperimentazione.
Una frontiera che forse intimorisce le imprese sociali. Le b-corp prendono infatti i migliori valori del non profit e li applicano all’attività imprenditoriale for profit. Una fusione innovativa, ideologica e concreta che qualcuno interpreta come un ulteriore elemento d’incertezza per il terzo settore. 
A fronte di quanto letto poco sopra: vi immaginate società (che gestiscono cura alle persone, sanità o servizi di prima necessità) benefit dopo la privatizzazione delle municipalizzate che sta proprio verificandosi in questi mesi?
Riuscite ad ipotizzare che una grande multinazionale possa aspirare a diventare "benefit" proprio per un servizio oggi fornito tramite il welfare statale?
Cosa potrebbe accadere all'accesso primario ad esempio di cure mediche o della gestione idrica o delle comunità di recupero?
Ed infine: se le imprese del terzo settore sono "intimorite" applicando le idee del no profit facendole diventare "profittevoli"  non c'è il rischio che molte onlus possano essere assorbite da grandi multinazionali con migliore efficienza di costi e con scopo di lucro?  Per fornire gli stessi servizi precedentemente forniti da loro e da uno Stato sempre più compresso da vincoli di deficit Ue e di una moneta, una politica economica dettata a livello comunitario sempre più avversa all'intervento del settore pubblico non si spingerà tramite le società benefit per una riduzione del welfare e la creazione di oligopoli privati di gestione del welfare?

domenica 14 agosto 2016

l'odissea di un passeggero: in traghetto con l'islamista?


Mi scrive poco fa un passeggero imbarcato in questo momento sulla nave "splendid" della compagnia GNV partita da Tunisi, con scalo a Palermo e diretta a Civitavecchia.
Ha inviato anche a me il suo biglietto nominativo quindi la presenza sulla nave è chiaramente accertata.
Assieme ai tanti passeggeri per bene italiani e stranieri mi racconta di parecchie persone, già imbarcate a Tunisi, che si stanno comportando non proprio esemplarmente verso gli altri passeggeri cucinando, inveendo contro gli altri naviganti e facendo apprezzamenti pesanti nei confronti delle passeggere imbarcate a Palermo.
Il mittente della missiva mi segnala che altresì che per prenotare una cabina in questo periodo hanno pagato importi non indifferenti, circa 300€ e che lui ed altri si sarebbero interessati presso la compagnia GNV per il rimborso(visto il viaggio poco gradevole), riferendo, di aver ricevuto a loro avviso risposte insoddisfacenti e che negano qualsiasi indennizzo.
Il personale però afferma di avere sotto controllo la situazione.
Tra le foto, per documentare l'accaduto, che sono state fatte pervenire dal passeggero in questione, ve ne è una certamente meriterebbe di essere osservata.






Il passeggero riferisce che ci sono molti altri personaggi vestiti alla stessa maniera di quello della foto e che sarebbero particolarmente attivi nei comportamenti poco rispettosi e invadenti che sono stati segnalati prima.
Ad uno sguardo attento ed avendo anche mostrato la foto anche persone che hanno vissuto i periodi bui degli anni 90 della guerra civile algerina mi è stato riferito che tale vestiario è tipico degli islamisti salafiti, gruppo presente anche in Tunisia tenuti sotto controllo durante il regime di Ben Alì e ampiamente invece tollerati dopo la primavera araba sotto il governo del partito islamista Ennahda e di nuovo tenuti sotto monitoraggio dall'attuale Governo laico della Tunisia in particolare dopo gli ultimi attentati nelle località balneari tunisine e al Museo del Bardo a Tunisi in cui ci sono state anche vittime italiane.
Una considerazione finale:sui tg ci facevano vedere scrupolosi controlli in uscita dall'Italia, ma non in entrata.
Non sarebbe il caso di "attenzionare", in un contesto così delicato di ordine pubblico, anche le navi in entrata specie provenienti da Paesi sensibili in cui sono attive cellule terroristiche?