Mi segnala un gruppo di abitanti dei viali Suzzani e Testi nonchè delle vie Arganini , Della Pila che da sei(6) mesi nonostante ripetute segnalazioni una banda di ladri controlla i movimenti dei cittadini e mette a segno continui furti negli appartamenti , lasciati momentaneamente vuoti per motivi di lavoro.
Tutto questo si ripete quotidianamente seminando sgomento e paura.
Non si sono visti ad oggi, sostengono i cittadini, interventi di qualunque tipo:siano essi sorveglianza o controllo da parte delle autorità municipali.
La prossima settimana verrà presentato un esposto all'assessore alla sicurezza Granelli.
A commento di ciò i cittadini rammentano che con la giunta precedente venivano inviati Vigili per i controlli in zona; ad oggi ,con la giunta Pisapia , non hanno riscontrato nulla di tutto questo.
sabato 25 maggio 2013
giovedì 23 maggio 2013
gli italiani sono o no razzisti come dice la propaganda di taluni benpensanti a sinistra?
Chiediamocelo:
Saremmo noi italiani razzisti?A quando pare alcuni popoli invocati a modello dalla dottoressa Boldrini (sentito con le mie orecchie citare come modello di combattenti per la libertà i giovani delle rivolte arabi di piazza Tahrir) sono molto più razzisti degli italiani...anzi per nostra fortuna siamo tra i popoli meno razzisti al mondo.
Guardate voi stessi la mappa
Rosso significa più razzismo, blu meno razzismo sulla mappa.
La Francia con lo ius soli(una dei pochi stati europei) è più razzista dell'Italia .
visto che la cittadinanza non fa integrazione? Ecco cosa sostenevo infatti nel pezzo
sul blog precedente a questo:
http://lucabattanta.blogspot.it/2013/05/riflessioni-sulla-vera-integrazione-e.html
La domanda posta era:
«Vorresti vivere di fianco a persone di una razza diversa dalla tua?».
Leggi di Più: Razzismo. I paesi più intolleranti sono quelli islamici | Tempi.it
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HONG KONG MAGLIA NERA. Se si accetta che questa domanda possa davvero cogliere il tasso di razzismo di una società, il risultato è che il paese più razzista del mondo è Hong Kong per ingressi clandestini di popolazione Cinese (segnalato in rosso scuro), mentre tra i peggiori ci sono: India, Arabia Saudita, Giordania, Egitto, Bangladesh, Iran, Turchia, Algeria, Marocco, Mali e Malaysia. L’unico paese in parte razzista in Europa è la Francia, che presenta gravi problemi in tema di immigrazione.
PAESI ISLAMICI. Eccezione fatta per Hong Kong
A commento di questo grafico ci terrei a farvi leggere una breve nota di commento di un mio amico, Rabah, berbero algerino (che chi mi segue sul blog ha già avuto modo di conoscere per le sue doti)
I" ministri italiani parlano troppo della "diversità" per poi
legalizzare "la clandestinità" secondo la mia
conoscenza i due concetti sono diversi ("diversità" non è uguale
a "clandestinità"), il popolo italiano non ha
e non avrà mai paura della diversità !
La diversità è la ricchezza in Italia ... solo che il popolo italiano
non vuole "la clandestinità" !
Io denuncio certi ministri e cariche istituzionali (del governo
Letta e prima di quello Monti) sul fatto che
giocano sui concetti, perché il concetto della
clandestinità non fa parte del concetto della diversità ... ma
piuttosto fa parte del concetto della
"illegalità" e l'illegalità si combatte mentre che la diversità si
protegge !
Non sono le leggi italiane che hanno fatto di qualche
persona "i clandestini" , è il non-rispetto delle regole da parte di
qualche persona che ha fatto di loro i clandestini !
Quando sai dall'inizio che violi le leggi italiane sbarcando in
Lampedusa (o non ottemperando ad un ordine di espulsione) e
comunque lo fai, sei vittima della tua scelta e non è l'Italia
che dovrebbe cambiare le sue leggi(ma se in primo luogo tu che
devi cambiare il tuo modo di pensare) !"
Mi piacerebbe molto quindi che di fronte agli sconcertanti dati relativi al nord africa e alle affermazioni della Presidente Boldrini di sel e del ministro Kyenge sulla clandestinità e sulla diversità le stesse leggessero:
1)Le dichiarazioni del mio carissimo amico riportate poco sopra
2)un mio pezzo su come fare vera integrazione in italia lasciando perdere la solita retorica: http://lucabattanta.blogspot.it/2013/05/riflessioni-sulla-vera-integrazione-e.html
3)l'articolo di un giornale on line algerino pone giuste riflessioni in francese.Ecco la differenza a mio parere del voler discutere dei problemi per risolverli(per una migliore convivenza) anziché esorcizzarli come fanno alcune cariche istituzionali in Italia...
qui l'articolo:
http://www.algerie360.com/algerie/l’algerie-l’un-des-pays-les-plus-racistes-au-monde/
Sempre aperto al dialogo costruttivo verso tutti :
Ringrazio il mio carissimo amico Rabah del contributo e dell'articolo inviatomi dal giornale algerino!
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riflessioni sulla vera integrazione e sui "nuovi cittadini" decapitano soldato inglese in Uk invocando la guerra santa
Ieri due cittadini britannici di origine nigeriana hanno decapitato a Londra un soldato di 25 anni padre da poco di un neonato.
Vorrei proporvi alcune considerazioni:
come scrivevo ieri su twitter la cittadinanza con lo ius soli ,al contrario di quanto sembrano sostenere ministri ed esponenti del governo e delle istituzioni, non fa integrazione la quale è ben altro dalla cittadinanza . Il killer dei soldati britannici aveva la cittadinanza britannica.
In gran Bretagna c' è lo ius soli ma come in Francia hanno e si sono creati ghetti, quartieri riservati agli immigrati.
Risultato? Sono tutti cittadini ma era solo un'etichetta, come la loro integrazione.
Come fanno in Svizzera(accusata sempre da certi benpensanti di essere chiusa e razzista) dove esiste la naturalizzazione si può imparare qualcosa:
Prima di tutto va evitato l'effetto ghetto e vanno accolte solo le persone che la comunità autoctona può effettivamente integrare(e che quest'ultima riesce ad integrare come numeri) per gestire al meglio il processo di integrazione ed evitare fatti come le periferie in fiamme di Parigi di Stoccolma o di Londra.
È inutile concedere la cittadinanza in maniera automatica tramite ius soli ad un minore se il resto viene tralasciato.
La cittadinanza è un percorso che si fa consapevolmente, una adesione a delle leggi, ad una cultura ,pur mantenendo le proprie specificità, ed è tutt'altro che automatica.
A mio parere, va istituito un meccanismo di cittadinanza con un meccanismo premiale(e di disincentivi qualora non venissero rispettati parametri minimi di rispetto delle regole).
Come ricordato da tanti immigrati onesti nel nostro paese non bisogna cercare la cittadinanza solo per sussidi ma invece va cercata parità di condizioni e regole certe(e chi sgarra va punito e non premiato).
Gli immigrati che si integrano ,a mio parere, non si vergognano della loro provenienza e della loro storia ma la considerano una ricchezza, a differenza di quel che pensano giornali medioprogressisti per imporre lo ius soli come forma mentis;
oltretutto ,di conseguenza, non vedono come tabu la domanda "da dove vieni?" , per loro non è affatto un offesa chiederglielo , ma anzi è un volersi interessare al loro background di origine.
fonte: http://www.tempi.it/soldato-decapitato-a-londra-i-sospetti-terroristi-islamici-sono-cittadini-britannici#.UZ35A7EaySM
Vorrei proporvi alcune considerazioni:
come scrivevo ieri su twitter la cittadinanza con lo ius soli ,al contrario di quanto sembrano sostenere ministri ed esponenti del governo e delle istituzioni, non fa integrazione la quale è ben altro dalla cittadinanza . Il killer dei soldati britannici aveva la cittadinanza britannica.
In gran Bretagna c' è lo ius soli ma come in Francia hanno e si sono creati ghetti, quartieri riservati agli immigrati.
Risultato? Sono tutti cittadini ma era solo un'etichetta, come la loro integrazione.
Come fanno in Svizzera(accusata sempre da certi benpensanti di essere chiusa e razzista) dove esiste la naturalizzazione si può imparare qualcosa:
Prima di tutto va evitato l'effetto ghetto e vanno accolte solo le persone che la comunità autoctona può effettivamente integrare(e che quest'ultima riesce ad integrare come numeri) per gestire al meglio il processo di integrazione ed evitare fatti come le periferie in fiamme di Parigi di Stoccolma o di Londra.
È inutile concedere la cittadinanza in maniera automatica tramite ius soli ad un minore se il resto viene tralasciato.
La cittadinanza è un percorso che si fa consapevolmente, una adesione a delle leggi, ad una cultura ,pur mantenendo le proprie specificità, ed è tutt'altro che automatica.
A mio parere, va istituito un meccanismo di cittadinanza con un meccanismo premiale(e di disincentivi qualora non venissero rispettati parametri minimi di rispetto delle regole).
Come ricordato da tanti immigrati onesti nel nostro paese non bisogna cercare la cittadinanza solo per sussidi ma invece va cercata parità di condizioni e regole certe(e chi sgarra va punito e non premiato).
Gli immigrati che si integrano ,a mio parere, non si vergognano della loro provenienza e della loro storia ma la considerano una ricchezza, a differenza di quel che pensano giornali medioprogressisti per imporre lo ius soli come forma mentis;
oltretutto ,di conseguenza, non vedono come tabu la domanda "da dove vieni?" , per loro non è affatto un offesa chiederglielo , ma anzi è un volersi interessare al loro background di origine.
Il concetto "vive qua" =è integrato quindi è un cittadino in Francia ha funzionato?No, perchè si è voluto introdurre un diritto senza capire che non è quello che faceva integrazione .Ovvero il ragionamento pare sia:noi ti diamo i soldi ed una etichetta come cittadinanza e tu sei automaticamente un cittadino anche nei tuoi comportamenti nel tuo modo di pensare.
Che errore!
Vi sono migliaia di casi di cittadini con la cittadinanza francese assegnata con lo ius soli ma che non si sentono europei a cui l'europa ha dato risposte solo a livello di diritti formali.
Forse il problema è che a livello di diritto sostanziale invece la cittadinanza e i soldi del reddito di cittadinanza erano solo una farsa perchè a quel punto l'immigrato vive nel suo ghetto formato da giovani che sono cittadini francesi solo per nascita ma che in comune con i loro omologhi francesi non hanno nulla, che non vedono alcuna prospettiva in una autosegregazione mentale che porta ad odio e risentimento verso lo stato(che formalmente ha fatto il suo dovere a livello di diritti) e gli autoctoni.
Perchè è stato creato il ghetto?
Forse perchè ,da visione giacobina, pensiamo ai diritti solo in termine di leggi e slogan da agitare , spostando i problemi altrove(da gestire dai razzisti e xenofobi e ignoranti cittadini più poveri) e sentendoci a posto con la coscienza per avere messo in piedi una falsa integrazione solo giuridica?
E' un po' troppo facile parlare di cittadinanza ed integrazione da radical chic quando il proprio riferimento quando si parla di immigrati è solo la propria colf o il proprio collaboratore domestico e non la realtà urbana dei residenti delle periferie autoctoni, vi pare?
E' un po' troppo facile parlare di cittadinanza ed integrazione da radical chic quando il proprio riferimento quando si parla di immigrati è solo la propria colf o il proprio collaboratore domestico e non la realtà urbana dei residenti delle periferie autoctoni, vi pare?
E che garanzie hai che un bambino le abbia assorbite se assegni come in Francia la cittadinanza in automatico?Pensi apponendogli dalla nascita l'etichetta francese o italiana questo sarà per certo un italiano o un francese?Allora sei un illuso o una persona che non ha mai visto cosa accede dove lo ius soli c'è già!
Per questo l'integrazione può avvenire per piccoli numeri per volta immersi pienamente nella società autoctona in modo che sia la società stessa che decida e si occupi al meglio di chi sceglie di intraprendere il percorso di integrazione.
L'integrazione è quindi il primo dovere di un immigrato ma questa spinta può solo partire dalla volontà dell'immigrato stesso!fonte: http://www.tempi.it/soldato-decapitato-a-londra-i-sospetti-terroristi-islamici-sono-cittadini-britannici#.UZ35A7EaySM
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giovedì 9 maggio 2013
non sono cose scontate
Quest'oggi sono lieto di pubblicare un contributo al blog che mia sorella ha deciso di inviarmi.
Lo pubblico perchè lo condivido e non avrei saputo
fare di meglio:
Come è ovvio, viene da pensare che le persone possono diventare molto peggiori della peggior bestia nei confronti dei propri simili. Ma non basta, bisogna anche riflettere che lo sfruttamento della persona umana avviene molte volte sotto gli occhi di tutti; tuttavia non va dimenticato che un conto è privare di ogni diritto umano elementare e naturale una donna o un uomo o un bambino ed un conto è che questi diritti vengano calpestati ma che la vittima abbia ancora un barlume di possibilità di scelta e di movimento, magari rischiando la morte. In ogni caso la tolleranza è inammissibile moralmente, ma anche umanamente per chi principi morali non ne ha.
Non sempre è possibile intervenire ma non bisogna mai smettere di far sentire la propria voce contro queste bestialità e bisogna invece richiamare l'importanza del rispetto dell'altro e dei suoi diritti e soprattutto della sua volontà. Altrimenti non definiamoci appartenenti al genere umano.
Elisa Battanta
lunedì 6 maggio 2013
la coscienza del Nord (su se stesso e la sua storia)
Complimenti la sinistra pd al nord è bravissima ad autoannichilirsi l'identitàI
Mai sentita dopo le commedie dialettale di dario fo parlare della storia del nord.Van de Sfroos(che a me non piace perchè non ha fatto mai nulla di concreto per l'identità del proprio popolo a differenza dei cantanti Berberi impegnati anche politicamente) notissimo cantante lombardo è stato ostacolato(per aver osato cantare in lingua locale) in ogni modo dai media nazionali per anni.
Cantanti con canzoni altrettanto belle come Peppino di Capri erano protagonisti di un festival , quello della bellissima canzone partenopea , trasmesso sulla rai con tutti gli onori.
Tutti gli altri popoli di questa gloriosa nazione si vantano giustamente di avere una lingua locale e di tutelarla e parlarla.
Al nord non lo si deve fare:bisogna tirarsi la zappa sui piedi e nascondere ed uccidere tutta la propria storia.Dopo essersi vergognati di averla una storia va subito rimossa!Complimenti!
L'ho detto che i nordici in particolare sono masochisti ma tanto lo sono.Lasciano sempre che li governi qualcuno diverso da loro (il ce lo chiede l'europa vi ricorda nulla?); nei loro affari hanno un socio occulto che si prende oltre il 50% dei loro guadagni che si chiama stato.Non che non accada anche altrove ma qui mi sembra se ne abbia meno sentore.
La politica è stata troppo abbandonata dalla gente qua e la gente subisce in silenzio anzichè essere in piazza.
La gente se gli parli di politica o non si interessa o ha paura di cambiare gli schemi gli va bene essere così, di avere la pancia (mezza) vuota bevendosi tutti i dogmi che la tv di stato gli dice e non facendosi domande ovvie per qualsiasi cittadino da stato europeo tipo la Francia sul perchè per esempio le loro imprese chiudono, perchè non trovano più lavoro perchè stanno aumentando le tasse.Se il popolo francese non gradisce un provvedimento resta in piazza per giorni con adunate oceaniche ma vuoi che la tv italiana ne parli?Ma no!(E allora visto che sapete le lingue usatele per informarvi cavolo, non per cose inutili!).
Qui al nord tanti piuttosto che farsi notare ed uscire dall'apatismo politico non reagiscono e si suicidano.Prima che accada una raccomandazione
ragazzi:qualche partita di calcio in meno la domenica e qualche manifestazione in più contro questa pressione fiscale e per cambiare questo stato sui provvedimenti che non ci vanno!
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domenica 5 maggio 2013
Il vero razzismo è il l'omertà e il buonismo? Storia della sorella di Cecile Kyenge e della lega
Sono rimasto profondamente colpito da questa storia in cui la sorella del ministro dell'integrazione Cecile Kyenge ha chiesto aiuto ad alcuni dirigenti marchigiani della lega nord (partito considerato dalla sinistra xenofobo e razzista) come il resto del centrodestra .
Ma cosa ha spinto la sorella di Kyenge a chiedere aiuto alla lega:
http://www.linkiesta.it/sorella-cecile-kyenge-lega-nord
La parole di Papya Kyenge sono davvero istruttive per la politica italiana a mio parere:
Leggi il resto su: http://www.linkiesta.it/sorella-cecile-kyenge-lega-nord#ixzz2SPnGfH1Q
Ma cosa ha spinto la sorella di Kyenge a chiedere aiuto alla lega:
http://www.linkiesta.it/sorella-cecile-kyenge-lega-nord
La parole di Papya Kyenge sono davvero istruttive per la politica italiana a mio parere:
«L’idea di rivolgermi alla Lega - spiegava lei - mi è venuta guardando uno dei manifesti del partito affisso su un muro cittadino, uno di quelli che mostrano un indiano rinchiuso nelle riserve. Ho pensato che c’era della verità, così ho deciso di chiamare un dirigente locale».
Da lì nasce un curioso patto per la legalità tra la sorella dell'attuale ministro e l’allora segretario comunale della Lega Dante Roscini. «Chiedere il rispetto delle regole - incalzava la Kyenge - non è razzismo, ci sono tanti immigrati come me che hanno sempre fatto il massimo per integrarsi e hanno sempre seguito la legge». La vicenda, documentata dall’edizione locale del Resto Del Carlino, si è protratta per alcuni mesi fino alla liberazione dell’appartamento grazie alla conclusione della causa avviata dall’Erap, ente che gestisce gli alloggi.
All’annuncio della notizia, la Kyenge ha preso carta e penna per esprimere la propria gratitudine ai tanti che si erano interessati al caso: «ringrazio il sindaco, il Comune e l’Erap per avermi ascoltata, ma il grazie più sentito va al segretario della Lega che ha combattuto questa battaglia con me». «Quando l’ho chiamato per chiedergli aiuto pensavo che mi avrebbe chiuso il telefono in faccia, partivo con il pregiudizio che i leghisti ce l’avessero con tutti gli extracomunitari».
Invece a Pesaro le cose sono andate diversamente. «Quello che abbiamo ottenuto - ribadisce Dora - va a favore di tutti coloro che in futuro avrebbero potuto trovarsi nella mia situazione se noi non avessimo vinto questa “battaglia” per la legalità». Il lieto fine della vicenda ha avuto un forte eco mediatico in provincia e ha fatto balenare nella testa di Roscini, oggi consigliere comunale, l’idea di candidare Dora Kyenge in quota Lega alle amministrative del 2009. La proposta rimase nel cassetto e non è mai stata avanzata, ma agli atti restano la stima reciproca e la soddisfazione per una sfida vinta a quattro mani da un segretario leghista e una cittadina italiana di origine congolese.
Leggi il resto su: http://www.linkiesta.it/sorella-cecile-kyenge-lega-nord#ixzz2SPnGfH1Q
Vedete? chi affronta i problemi con gli immigrati onesti e da
regole certe non facendo buonismo come certi 'democratici' fa la vera
integrazione.Molte volte gli antirazzisti di professione generano razzismo a
causa delle loro omerta'sui problemi e sui crimini ed inducono gli immigrati
che si vogliono integrare a pensare che questo sia un paese che premia solo chi
delinque.
Gli immigrati onesti vogliono, in primis, parità di condizioni non
etichette di cittadinanze italiane che in realta'non integrano ed anzi spostano
la discriminazione sui cognomi come fanno talvolta in francia.Vogliamo
risolvere quindi i problemi o nascondere chiunque ne parla come si fa nelle
dittature?
Una tra le più note agenzie stampa italiana ha , a mio parere, pateticamente deciso di non usare
piu' la parola "clandestino" nei propri servizi.
Secondo voi non
parlare dell'immigrazione clandestina risolve o i problemi di ingresso
nel Paese o crea più xenofobia perchè è vietato parlarne?
E' questo il problema che la sinistra deve affrontare tornare a dialogare con la gente.
Bisogna smetterla con l'antirazzismo di professione perchè chi affronta i veri ostacoli della delinquenza ma anche le opportunità di incontrare anche da chi viene da un paese diverso non è il dirigente dei democratici o di sel ma il popolo delle periferie urbane.
Nell'aiuto alla sorella del ministro Kyenge nel difendere i suoi diritti da persona che rispetta le leggi si è dimostrata 1000 anni avanti alle affermazioni che certi dirigenti di sel e pd che mi paiono poco propensi a portare in risalto e di conseguenza risolvere i problemi che si sviluppano come quello che ha, suo malgrado, dovuto affrontare la sorella del ministri determinato da una tolleranza eccessiva di certe forze politiche progressiste verso il racket delle occupazioni abusive.
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