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sabato 13 agosto 2016

Il futuro dell'Italia secondo il Ministro dell'istruzioneGiannini:flessibilità o distruzione di un Paese?




in un'intervista al Ministro dell'istruzione Giannini rilasciata ad un giornale svizzero ci sono molti spunti riflessione su cosa intende fare il governo per i giovani e quali prospettive intende lasciargli.
Ricordiamo che la Ministro è stata anche Rettore dell'Università per stranieri di Perugia nonché Presidente della conferenza dei Rettori delle Università italiane.Le parole quindi della Giannini hanno sicuramente un forte peso ed indirizzo su tutto il mondo accademico.


La ministro Giannini già dalla prima domanda dell'intervistatore pone l'accento sulla grandezza del modello tedesco da adottare qui e sulla Germania che come dicono tanti all'interno del Partito a cui aderisce la Giannini, ovvero il pd, è un modello da esportare anche in Italia.
Ci si chiede ma il modello tedesco è davvero un modello?
In aiuto ci viene questo interessante post del Prof.Bagnai: http://goofynomics.blogspot.it/2013/05/il-modello-tedesco-e-la-notte-dei.html di cui ho sempre apprezzato la produzione scientifica nonché gli ultimi libri.
Il modello tedesco quindi proposto dalla Ministro Giannini è più precarietà e più mini jobs (lavoro atipico sottopagato) introdotti dall'spd tedesco?
Lo stesso dello scandalo della casa automobilistica  VW e delle riforme Hartz paragonabili al nostro pacchetto (della precarietà) firmati Treu pd?
La ministro Giannini sull'impostazione cade in quella che sembrerebbe una contraddizione: da un lato l'istruzione italiana non favorisce l'apprendistato e il "saper fare" essendo troppo teorica, a suo avviso; dall'altra parte invece è un vanto quando i nostri giovani purtroppo sono costretti ad emigrare spinti da una disoccupazione senza precedenti e da salari da fame dovuti al cambio fisso dell'euro e appunto ai salari sempre più spinti al ribasso
("o si svaluta la moneta o il salario" CIT. Stefano Fassina).
La ex Rettore affonda ancora di più il colpo parlando di flessibilità e mobilità virtuose magari prendendo spunto, come dice il compagno, di partito Taddei (consigliere economico di Renzi) , dal modello americano superando quelle che a parere della Professoressa Giannini sarebbero rigidità novecentesche.Ci si chiede se siano effettivamente rigidità o invece diritti e tutele sul lavoro conformi alla nostra Costituzione conquistate in generazioni in lotta e in concertazione per ottenere un equilibrio di tutele per il contraente debole ovvero il lavoratore.Citado le parole della Giannini: 
"Le persone devono potersi muovere e spostarsi a seconda di ogni evenienza umana e lavorativa" quindi più flessibili più precari in una condizione di perenne ricattabilità lavorativa senza radici?
La Professoressa non affronta poi un tema fondamentale quello degli squilibri dell'eurozona che hanno portato a salari stagnanti persino in Germania ed a una riduzione dei margini e a delocalizzazioni selvagge.Pare che la Ministro il fenomeno non vada arginato e nemmeno governato ma semplicemente i giovani devono adattarsi ad una precarietà perenne con la conseguente difficoltà di poter creare un nuovo nucleo famigliare stabile.
La Giannini altresì concorda con Taddei anche sull'aumentare l'imposizione fiscale su ciò che è immobile ovvero il mattone, l'unica garanzia rimasta all'Italiano in tempi di Bail in, quindi di turbolenza sulle Banche italiane, incertezza economica oltre che di disoccupazione e deflazione.
La flessibilità quindi è sinonimo di apertura usando le parole del ministro e pare che le famiglie devono vederla così ed adattarvisi a qualunque costo sociale ed economico.
Infine anche la stessa ex Rettrice ammette che la flessibilità si fonda su una mobilità che rende più difficile la creazione di una stabilità, famigliare o individuale, almeno prima dei trent'anni. In questi termini è prevedibile che la famiglia come l'abbiamo conosciuta cessi di esistere... e che la fascia di persone più colpita in negativo dal progresso che stiamo vivendo rischino di essere le donne.

Ricapitolando la flessibilità è sinonimo di apertura ma allo stesso tempo danneggia la famiglia e le donne in modo particolare?
Quindi perché dovremmo rassegnarci a questo stato di cose?
Quale quindi sarebbe per la ministro Giannini la soluzione?

La titolare dell'Istruzione per concludere ancora una volta sbandiera il modello tedesco forse non prendendo in considerazione gli ultimi provvedimenti restrittivi 
http://www.jobsnews.it/2016/08/germania-in-attesa-della-dichiarazione-di-berlino-si-apre-il-dibattito-sulle-norme-antiterrorismo/
relativi proprio per contrastare alcune derive in atto http://www.cdt.ch/mondo/cronaca/161087/assumete-i-profughi-merkel-convoca-un-vertice-economico relative alla gestione dei rifugiati.
La stessa Germania quindi sta stringendo le maglie relative all'afflusso di migranti e ha seri problemi di occupazione dei profughi tanto da dover scomodare Frau Merkel per spronare le grandi aziende tedesche a dare il loro contributo.
Per finire riprendiamo le parole della ex Presidente della conferenza dei Rettori in questione proprio su come appunto intende conciliare flessibilità sgradita dagli italiani portando un peggioramento delle condizioni di vita e ineluttabili conseguenze sulla demografia:" la crisi demografica tedesca può essere controbilanciata dall'arrivo dei migranti. In questi termini, ha spiegato, l'arrivo di nuove persone va ad assumere una importante funzione economica e sociale. Le politiche di accoglienza potrebbero quindi non avere solo una funzione umanitaria, cioè quella sacrosanta di aiutare chi fugge da guerre o situazioni difficile, ma che risponda anche ad una necessità economica alla quale i Paesi flessibili e competitivi vanno incontro. Ciò è un riconoscimento da parte di chi governa che la Germania abbia bisogno dei migranti. Dobbiamo dunque prendere in considerazione il fatto che se l'Italia colmerà la discrepanza con i Paesi più produttivi – come la Germania - le politiche di accoglienza potrebbero andare a rivestire una funzione sempre più economica e non solo umanitaria."

il messaggio quindi è chiaro ed univoco: cari italiani, non farete più figli a causa della flessibilità obbligata dal fatto che siete nel sistema dell'euro che come unica leva per la competitività ha ormai solo l'abbassamento delle vostre retribuzioni?
Non c'è problema! Vi rimpiazziamo con chi è più flessibile per necessità, fugge da guerre(i dati del viminale indicano che lo status di rifugiato è concesso ad una minoranza, meno del 10% di coloro che sbarcano) o semplicemente può incrementare la disoccupazione fungendo da vero e proprio esercito industriale di riserva?E se secondo il ministro" 
le politiche di accoglienza potrebbero andare a rivestire una funzione sempre più economica e non solo umanitaria" fossero proprio finalizzate a sostituirvi o farvi accettare ancora più flessibilità e condizioni di vita ancora peggiori? Ci pensate a quali sarebbero proprio per voi, cari giovani e coetanei, le conseguenze?




Si Prospetta un futuro di precariato totale per i giovani ed un futuro senza legami familiari in cui saremo costretti alla precarietà estrema e alla mobilità geografica totale senza radici ?Se non dovessimo accettare questo trend imposto da scelte economico politiche molto precise  dell'eurozona la conseguenza sarebbe essere espulsi dal mercato del lavoro in Europa? Sarebbe di emigrare per il mondo a fare dumping salariale intra Ue come coloro che hanno accettato le condizioni salariali e di flessibilità, a noi non abbiamo acconsentito? Non sono queste ricette per tornare indietro per quanto riguarda le tutele sul lavoro e le speranze per il futuro dei giovani in questo Paese?