Twitter

venerdì 29 giugno 2012

nord africa: le rivoluzioni tradite


Quest'oggi abbiamo deciso di concentrarci sulle rivoluzione che sono accadute in medio oriente e in nord africa su quelle richiamate tutti i giorni dai nostri media e su quelle che stranamente non vengono trattate minimamente dai mezzi di informazione italiani.
i movimenti popolari che hanno sconvolto il panorama politico nordafricano hanno causato grandi novità nello scenario mondiale creando nuove opportunità e minacce per l'europa.
Abbiamo constatato come dopo un inizio in Tunisia pieno di speranze nella speranza di un rinascimento nord africano ,ad un anno di distanza ,dopo grandi sconvolgimenti quelli le cacciate di Ben Ali e Mubarak e la morte di Gheddafi non si sia sostituita una democrazia sostanziale ai regimi dittatoriali e militari ma  queste rivoluzioni siano sfociate in regimi teocratici come in egitto dopo la vittoria dei fratelli musulmani e dei salafisti.
Sono cambiate le sfere d'influenza: in egitto  come in libia i paesi del golfo paesi del golfo come Qatar ed Arabia saudita (formalmente alleati americani nella lotta al terrorismo) che hanno finanziato le insurrezioni si ritrovano ora regimi sicuramente favorevoli all'estremismo e all'oscurantismo che rientrano nella loro sfera d'influenza.
Per la Tunisia ,che era il paese più avanzato del nord africa come background sociale e culturale, ha visto trionfare Ennada ,partito islamico molto simile a quello del presidente turco Erdogan, quindi molto meno laico di Ben Ali.Dovrebbe far riflettere di come in Tunisia oggi in parecchie scuole si insegni come lingua straniera il turco segno che la Turchia ci ha messo i mezzi in questa rivoluzione.Ennada comunque è costretto a governare in coalizione segno che il popolo tunisino ,a differenza di quello egiziano, è ben meno affezionato ai fondamentalisti.E questo è un bene tutto sommato.
Le elezioni egiziane invece si sono dimostrate purtroppo  una manifestazione del degrado sociale e culturale(ricordiamo che l'Egitto ha almeno il 50% di analfabeti) di un popolo che anziché favorire persone del calibro di El baradei e Moussa ,hanno visto scontrarsi per il ballottaggio l'ex primo ministro di Mubarak e Morsi ai fratelli musulmani la cui moglie pubblicamente dichiara di essere la sua schiava, segno di una netta regressione dal punto di vista della laicità.Le percentuali dei risultati dei candidati progressisti e democratici erano lontane dal 10%...segno che il popolo ,in gran parte, ancora non ha ben compreso il concetto di laicità.
Non dimentichiamo anche che se all'inizio della rivoluzione egiziani erano effettivamente la creme degli intellettuali dell'Egitto ,ora piazza Tahrir sembra in mano ai fratelli musulmani ed ai salafisti.
Molti dei media italiani hanno ignorato totalmente che piazza tahrir prendeva "stranamente" vita il venerdì, giorno di preghiera, e che numerosi giornalisti sono stati abusati e/o rapinati da alcuni "manifestanti".Questo è un altro segno del degrado che persisteva in quella piazza.
Numerose tv egiziane integraliste sono nate come funghi e trasmettono l'idea che la donna deve andare vestita con il velo integrale (niqab) e che deve rimanere a casa e che non dovrebbero tentare nemmeno di muovere gli occhi eccessivamente sotto il niqab perché potrebbe tentare gli uomini, e farli diventare adulteri.
Chiaro che se il 40% degli egiziani sta su queste posizioni non c'è molta speranza se non passare da una dittatura militare ad una di stampo teocratico in stile saudita.
I cristiani d'egitto si sono visti costretti a votare Shafiq per non finire nelle mani dei salafisti, che è come dire:meglio il sistema mubarak dei fratelli musulmani e dei salafisti.Non esattamente un buon segno per il 12%(o almeno si stima dato che on esistono statistiche) degli egiziani ,cioè per i coopti.

Dopo questa visione d'insieme del nord africa è ,a nostro parere, ora di parlare di uno sconvolgimento a livello territoriale e politico che riguarda l'intero Sahara e che sta partendo dal Mali, stiamo parlando del popolo Tuareg , di etnia Berbera(gli originali abitanti autoctoni che risiedono in  nord africa da 10000 anni) e che sono stati perseguitati e sono perseguitati in tutti gli stati arabi.
Nel 1957 la francia non ha riconosciuto uno stato a questo popolo  e lo ha diviso tra diversi stati:Algeria,Mali,Burkina faso,Libia,Niger dopo gli anni 60.
Uno degli stati dove i tuareg,abitanti autoctoni del deserto del sahara, vivono una condizione di discriminazione determinata dai terroristi(finanziati da Arabia saudita e Qatar) di Ansar Dine e dell' Aqmi (quelli che hanno rapito la volontaria sarda Rossella Urru) vicini ad Al quaeda ed alle ideologie salafiste, e dal governo centrale è il Mali che ,come quelli degli stati vicini ,Algeria in primis ,non riconoscono né una sorta di federalismo né tantomeno l'indipendenza allo stato dell' Azawad fortemente auspicato dal movimento MLNA (movimento di liberazione nazionale dell'Azawad) di ispirazione laica.
Le rivendicazioni e la richiesta di attenzione all'occidente sullo sterminio e alla discriminazione del popolo Tuareg va avanti da 60 anni.
Nessuno stato europeo né tantomeno gli Usa sembrano minimamente interessati al destino dell' Azawad nonostante i Tuareg si siano prodigati molte volte per liberare i numerosi volontari occidentali rapiti dai terroristi dell' Aqmi (i quali sono prossimi ad al Qaeda) .
Nel 2012 dopo un violento colpo di stato in Mali ,si è riaccesa la richiesta di autonomia dei Tuareg ma gli stati vicini e i governi occidentali sembrano interessati a farli tacere.
Se la Francia aveva causato la disgregazione del popolo Tuareg in vari stati oggi l'Algeria è interessata a sostenere movimenti terroristici come Ansar Dine e Aqmi perché gran parte del suo petrolio si trova nelle zone popolate dai Tuareg algerini e la creazione di uno stato Tuareg prossimo ai suoi confini potrebbe risvegliare richieste di identitarie e rafforzare movimenti come MLNA in Mali.
Il Qatar e l'arabia saudita sostengono come l'Algeria i terroristi l'Aqmi per ragione ideologiche e per allargare la loro influenza in zona.I Tuareg sono un nemico per loro  poiché non sono integralisti e il loro movimento è laico.
Gli Stati Uniti,nemmeno loro hanno interesse ad aiutare la formazione dello stato dell'Azawad,  hanno un programma che dovrebbe rafforzare gli equilibri in atto che porterebbe come nel cosiddetto piano Africom una militarizzazione del nord africa grazie a regimi compiacenti.
Per concludere: è sembrato giusto guardare verso la sponda sud del mediterraneo per capire in che modo dovremo approcciarci  con i nostri vicini e quale deve essere la posizione verso questi nostri vicini.

*si ringrazia il mio carissimo amico Rabah per gli ottimi spunti e riflessioni forniti :-)