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giovedì 1 settembre 2016

RICHIESTE DI ASILO RESPINTE: TUTTI IN FUGA DALLA GUERRA... O FORSE NO?





Mi sono capitati in mano di recente alcuni articoli che riguardano una questione di stretta attualità ovvero quella dei richiedenti asilo.
Il più interessante è stato quello su La stampa della data di questo post.
Il titolo è eloquente: 

Record di richieste d’asilo respinte: diventa rifugiato solo uno su venti 

Sempre più difficile ottenere lo status. Oltre sei su dieci non ricevono alcuna protezione
come il suo contenuto che potete rintracciare qui:
L'articolo parte da un'analisi dei dati impietosa:ben il 63% delle domande di asilo vengono rigettate.
Come riportato nel testo: 
"Le richieste di asilo, invece, sono in aumento: 70 mila da inizio anno. Nel 2012 furono 17 mila, 26 mila nel 2013. Il 2014 è stato l’anno del boom con 63 mila domande, poi cresciute a 83 mila nel 2015. Quest’anno - se la tendenza registrata finora si manterrà costante - supereranno le 100 mila. Comunque molte meno rispetto ad altri Paesi europei. In Germania, dopo il milione di domande pervenute nel 2015, si aspettano 300 mila richieste entro fine anno. Quel che è certo è che dei quasi 58mila migranti che da inizio 2016 hanno ricevuto risposta alla domanda di asilo in Italia, la maggioranza non può restare: oltre 34 mila stranieri hanno ricevuto un foglio di via con l’obbligo di lasciare il territorio nazionale entro dieci giorni. Cosa che quasi mai accade: il documento, spesso, è il preludio a una vita da fantasma nel mondo della clandestinità.  "


esisti della valutazione delle domande di richiesta asilo negli ultimi 4 anni
da articolo la stampa pubblicato al link indicato sopra




Qualche domanda sorge spontanea:
1) chi paga le domande di asilo per gli immigrati?
2) qual è il tempo medio di esame di una domanda?
3)cosa succede in caso di rigetto della domanda?
4)quali Paesi, dichiarati dai richiedenti, sono i più rappresentati nelle domande di protezione?

1) Le domande di asilo le paghiamo noi e , salvo allontanamenti volontari degli stessi richiedenti asilo, paghiamo noi anche la permanenza nei centri.Come si può intuire, dato che la durata media di esame, tra valutazione in commissione territoriale e ricorso in tribunale, per  domande è di 18 possiamo dedurre 
Secondo dati dalla Tv di Stato francese confermati da Financial Times l'Europa fornisce un contributo di soli 6000 euro per ogni richiedente asilo.Ciò significa che il resto lo paghiamo noi con la fiscalità generale ma il costo annuo per ogni richiedente asilo è ben più alto aggirandosi attorno ai 30000 euro annui.


In altri Paesi, Francia in primis, il costo è talvolta quasi la metà ma in ogni caso l'Europa non riesce a coprire l'intero ammontare per il mantenimento di un richiedente asilo.

2)possiamo quindi stimare in circa 50.000 € ovvero il costo per i 18 mesi di permanenza dei centri i costi e i tempi delle domande.

3)In caso di rigetto in teoria dovrebbe esserci l'espulsione ma realtà è che 
nel Nostro Paese nel 2016 sono sbarcati 107.089 immigrati, di questi, solo 69.386 , come abbiamo visto nella slide prima riportata hanno fatto richiesta d'asilo. Gli altri 37.703 immigrati (molti di questi non identificati)  che fine hanno fatto?
Come riporta l'ex assessore alla sicurezza della Lombardia Simona Bordonali:
"Non hanno raggiunto gli altri Paesi europei perché quelli confinanti hanno chiuso le frontiere e non sono stati allontanati perché il governo italiano non sta eseguendo rimpatri. A questi vanno aggiunti anche i 2.255 che risultano irreperibili dopo aver fatto richiesta d'asilo. È il Viminale dunque a dirci che solo nel 2016 in Italia circolano 40.000 fantasmi in più. "
A testimonianza della bontà di ciò che dice l'assessore possiamo ricordare che solo la Svizzera ha espulso 7000 immigrati irregolari verso l'Italia andando ad ingigantire l'emergenza sulle città di confine.La stessa durezza è stata perseguita altresì da Francia, Germania, Austria.
La stessa Germania con il suo ministro degli interni si è da un lato appellata ad un piano di registrazione dei migranti dall'altro ha provveduto all'espulsione durante quest'anno ha provveduto a riconsegnare alla Grecia 4000 persone che non avevano i requisiti per l'Asilo.

Un interessante planning su ciò che ha in mente la Germania relativamente alla gestione dei flussi migratori lo possiamo ascoltare in questo incontro avvenuto al meeting di Rimini tra Alfano e il suo omologo Ministro dell'interno tedesco: 



Passiamo infine all'ultima domanda:

4)quali Paesi, dichiarati dai richiedenti, sono i più rappresentati nelle domande di protezione?

Qui risponde una slide della commissione nazionale richiedenti asilo 



Semplicemente leggendo le tabelle si nota che ci sono alcune informazioni che dovrebbero far riflettere.
L'africa è il continente più rappresentato sia nelle domande e si nota che solo una domanda su 6 è presentata da una donna.
Un altro dato interessante è quello relativo ai nomi dei Paesi dichiarati dei richiedenti .Ben pochi migranti siriani 956 e invece numeri considerevoli da Paesi asiatici ed africani e latino americani senza conflitti in atto ma addirittura che rappresentano economie in crescita per le rispettive aree del Mondo:
 Cina(633), Pakistan(9520) , El Salvador(690), Senegal(4268), Gambia(5434), Ghana(2383), Egitto(473), Camerun(1194),Costa D'avorio(4238) ,Marocco(977), Bangladesh(2803)
Ci si chiede chi ha interesse illude  persone che queste domande di asilo possano essere accettate!? Ogni domanda, anche rigettata, ha un ricorso in tribunale, seppur talvolta infondato come si può leggere qui:
http://lucabattanta.blogspot.it/2013/06/il-papa-ci-chiede-di-accogliere-i-veri.html
Non sarebbe il caso di evitare che vengano date  illusioni ai richiedenti asilo?

RICHIESTE DI ASILO RESPINTE: TUTTI IN FUGA DALLA GUERRA... O FORSE NO?





Mi sono capitati in mano di recente alcuni articoli che riguardano una questione di stretta attualità ovvero quella dei richiedenti asilo.
Il più interessante è stato quello su La stampa della data di questo post.
Il titolo è eloquente: 

Record di richieste d’asilo respinte: diventa rifugiato solo uno su venti 

Sempre più difficile ottenere lo status. Oltre sei su dieci non ricevono alcuna protezione
come il suo contenuto che potete rintracciare qui:
L'articolo parte da un'analisi dei dati impietosa:ben il 63% delle domande di asilo vengono rigettate.
Come riportato nel testo: 
"Le richieste di asilo, invece, sono in aumento: 70 mila da inizio anno. Nel 2012 furono 17 mila, 26 mila nel 2013. Il 2014 è stato l’anno del boom con 63 mila domande, poi cresciute a 83 mila nel 2015. Quest’anno - se la tendenza registrata finora si manterrà costante - supereranno le 100 mila. Comunque molte meno rispetto ad altri Paesi europei. In Germania, dopo il milione di domande pervenute nel 2015, si aspettano 300 mila richieste entro fine anno. Quel che è certo è che dei quasi 58mila migranti che da inizio 2016 hanno ricevuto risposta alla domanda di asilo in Italia, la maggioranza non può restare: oltre 34 mila stranieri hanno ricevuto un foglio di via con l’obbligo di lasciare il territorio nazionale entro dieci giorni. Cosa che quasi mai accade: il documento, spesso, è il preludio a una vita da fantasma nel mondo della clandestinità.  "


esisti della valutazione delle domande di richiesta asilo negli ultimi 4 anni
da articolo la stampa pubblicato al link indicato sopra


Qualche domanda sorge spontanea:
1) chi paga le domande di asilo per gli immigrati?
2) qual è il tempo medio di esame di una domanda?
3)cosa succede in caso di rigetto della domanda?
4)quali Paesi, dichiarati dai richiedenti, sono i più rappresentati nelle domande di protezione?

1) Le domande di asilo le paghiamo noi e , salvo allontanamenti volontari degli stessi richiedenti asilo, paghiamo noi anche la permanenza nei centri.Come si può intuire, dato che la durata media di esame, tra valutazione in commissione territoriale e ricorso in tribunale, per  domande è di 18 possiamo dedurre 
Secondo dati dalla Tv di Stato francese confermati da Financial Times l'Europa fornisce un contributo di soli 6000 euro per ogni richiedente asilo.Ciò significa che il resto lo paghiamo noi con la fiscalità generale ma il costo annuo per ogni richiedente asilo è ben più alto aggirandosi attorno ai 30000 euro annui.


In altri Paesi, Francia in primis, il costo è talvolta quasi la metà ma in ogni caso l'Europa non riesce a coprire l'intero ammontare per il mantenimento di un richiedente asilo.

2)possiamo quindi stimare in circa 50.000 € ovvero il costo per i 18 mesi di permanenza dei centri i costi e i tempi delle domande.

3)In caso di rigetto in teoria dovrebbe esserci l'espulsione ma realtà è che 
In Nostro Paese nel 2016 sono sbarcati 107.089 immigrati, Di questi, solo 69.386 , come abbiamo visto nella slide prima riportata hanno fatto richiesta d'asilo. Gli altri 37.703 immigrati (molti di questi non identificati)  che fine hanno fatto?
Come riporta l'assessore alla sicurezza della Lombardia Simona Bordonali:
"Non hanno raggiunto gli altri Paesi europei perché quelli confinanti hanno chiuso le frontiere e non sono stati allontanati perché il governo italiano non sta eseguendo rimpatri. A questi vanno aggiunti anche i 2.255 che risultano irreperibili dopo aver fatto richiesta d'asilo. È il Viminale dunque a dirci che solo nel 2016 in Italia circolano 40.000 fantasmi in più. "
A testimonianza della bontà di ciò che dice l'assessore possiamo ricordare che solo la Svizzera ha espulso 7000 immigrati irregolari verso l'Italia andando ad ingigantire l'emergenza sulle città di confine.La stessa durezza è stata perseguita altresì da Francia, Germania, Austria.
La stessa Germania con il suo ministro degli interni si è da un lato appellata ad un piano di registrazione dei migranti dall'altro ha provveduto all'espulsione durante quest'anno ha provveduto a riconsegnare alla Grecia 4000 persone che non avevano i requisiti per l'Asilo.

Un interessante planning su ciò che ha in mente la Germania relativamente alla gestione dei flussi migratori lo possiamo ascoltare in questo incontro avvenuto al meeting di Rimini tra Alfano e il suo omologo Ministro dell'interno tedesco: 



Passiamo infine all'ultima domanda:

4)quali Paesi, dichiarati dai richiedenti, sono i più rappresentati nelle domande di protezione?

Qui risponde una slide della commissione nazionale richiedenti asilo 



Semplicemente leggendo le tabelle si nota che ci sono alcune informazioni che dovrebbero far riflettere.
L'africa è il continente più rappresentato sia nelle domande e si nota che solo una domanda su 6 è presentata da una donna.
Un altro dato interessante è quello relativo ai nomi dei Paesi dichiarati dei richiedenti .Ben pochi migranti siriani 956 e invece numeri considerevoli da Paesi asiatici ed africani e latino americani senza conflitti in atto ma addirittura che rappresentano economie in crescita per le rispettive aree del Mondo:
 Cina(633), Pakistan(9520) , El Salvador(690), Senegal(4268), Gambia(5434), Ghana(2383), Egitto(473), Camerun(1194),Costa D'avorio(4238) ,Marocco(977), Bangladesh(2803)
Ci si chiede chi ha interesse illude  persone che queste domande di asilo possano essere accettate!? Ogni domanda, anche rigettata, ha un ricorso in tribunale, seppur talvolta infondato come si può leggere qui:
http://lucabattanta.blogspot.it/2013/06/il-papa-ci-chiede-di-accogliere-i-veri.html
Non sarebbe il caso di evitare che vengano date  illusioni ai richiedenti asilo?

sabato 27 agosto 2016

il nuovo Stato sociale: quello "benefit" privatizzato







A causa della modifica del titolo V della Costituzione imposta dall'Unione Europea e con una singolare interpretazione del principio di sussidiarietà si è assistito all'arretramento della funzione dello Stato nella fornitura di servizi pubblici e di welfare.
Abbiamo visto sempre più di frequente lo Stato, le regioni, i comuni con scarsità di mezzi, a causa dei paletti Ue, e nello stesso tempo il fiorire di Onlus, facenti parte del cosiddetto terzo settore, la cui riforma è iniziata sotto il Governo Monti e terminata proprio a Giugno 2016.  http://www.diritto24.ilsole24ore.com/art/dirittoCivile/2016-06-10/la-riforma-terzo-settore-e-legge-novita-associazioni-e-imprese-sociali-174522.php

Numerose Onlus le abbiamo viste anche in situazioni di emergenza rimpiazzare lo Stato: accoglienza ai migranti ed addirittura salvataggio in mare con equipaggi dedicati alla ricerca e al soccorso come la Nave di medici senza frontiere.

Ci si chiederà se le Onlus e la riforma del terzo settore rappresentino un punto di arrivo del cambiamento del welfare desiderato da Ue ed organismi sovranazionali.
Nel recente terremoto, anche a seguito di uno studio europeo ordinato dalla Commissione Europea, si sta ventilando l'Italia che in futuro non sarà più possibile che lo Stato possa contribuire alla ricostruzione delle abitazioni danneggiate.



Le onlus sono "non lucrative".Ci si domanda quindi : c'è la possibilità e c'è in programma di trasformare le loro attività  in una modalità  "lucrativa" le attività svolte dalle Onlus e dallo Stato?

La risposta, a mio avviso, è che la fase successiva potrebbe essere quella di far diventare lucrativo lo Stato sociale e portare il profitto nel fornire i servizi pubblici.
Come sarebbe possibile ?
Con l'invenzione delle società benefit, di cui l'Italia è particolarmente all'avanguardia dal punto di vista normativo, spinta particolarmente da un esponente del Partito Democratico Mauro Del Barba.
In sordina la vigilia di Natale del 2015 https://twitter.com/lucabattanta/status/680080994347708417
lanciavo l'allarme sull'arrivo.Grazie a questo passo legislativo si manifesterà  il cosiddetto "welfare compassionevole", portato da grandi multinazionali che passano a gestire "eticamente" servizi pubblici ed alla persona.
Lo scopo ufficiale della società benefit è quello di soddisfare gli stakeholder quindi tutti quegli interlocutori e portatori di interesse che hanno a che fare con l'impresa.Tra questi possiamo annoverare: i lavoratori, i sindacati e certamente  benefici per la comunità locale (che nel caso dei servizi alla persona o di pubblica utilità coincide con il cliente dell'impresa benefit).
Come capire se stiamo parlando di una società benefit? Quale ne sarebbe la discriminante?
Un rapporto! Una relazione sulla presunta eticità del business!
Su un recente articolo del corriere compaiono due punti che è interessante riportare qui:
http://sociale.corriere.it/societa-benefit-litalia-ha-il-primato-europeo-il-boom-delle-b-corp-che-fa-paura/


Le b-corp piacciono anche alle multinazionali. Dopo Unilever si è mossa in questa direzione anche Danone. Lorna Davis, chief manifesto catalyst aziendale, ha partecipato al summit romano. Pur non essendo una benefit corporation, Danone si è impegnata a valutare la propria attività seguendo gli standar benefit. Saranno quindici le società dell’azienda coinvolte nella sperimentazione.
Una frontiera che forse intimorisce le imprese sociali. Le b-corp prendono infatti i migliori valori del non profit e li applicano all’attività imprenditoriale for profit. Una fusione innovativa, ideologica e concreta che qualcuno interpreta come un ulteriore elemento d’incertezza per il terzo settore. 
A fronte di quanto letto poco sopra: vi immaginate società (che gestiscono cura alle persone, sanità o servizi di prima necessità) benefit dopo la privatizzazione delle municipalizzate che sta proprio verificandosi in questi mesi?
Riuscite ad ipotizzare che una grande multinazionale possa aspirare a diventare "benefit" proprio per un servizio oggi fornito tramite il welfare statale?
Cosa potrebbe accadere all'accesso primario ad esempio di cure mediche o della gestione idrica o delle comunità di recupero?
Ed infine: se le imprese del terzo settore sono "intimorite" applicando le idee del no profit facendole diventare "profittevoli"  non c'è il rischio che molte onlus possano essere assorbite da grandi multinazionali con migliore efficienza di costi e con scopo di lucro?  Per fornire gli stessi servizi precedentemente forniti da loro e da uno Stato sempre più compresso da vincoli di deficit Ue e di una moneta, una politica economica dettata a livello comunitario sempre più avversa all'intervento del settore pubblico non si spingerà tramite le società benefit per una riduzione del welfare e la creazione di oligopoli privati di gestione del welfare?

domenica 14 agosto 2016

l'odissea di un passeggero: in traghetto con l'islamista?


Mi scrive poco fa un passeggero imbarcato in questo momento sulla nave "splendid" della compagnia GNV partita da Tunisi, con scalo a Palermo e diretta a Civitavecchia.
Ha inviato anche a me il suo biglietto nominativo quindi la presenza sulla nave è chiaramente accertata.
Assieme ai tanti passeggeri per bene italiani e stranieri mi racconta di parecchie persone, già imbarcate a Tunisi, che si stanno comportando non proprio esemplarmente verso gli altri passeggeri cucinando, inveendo contro gli altri naviganti e facendo apprezzamenti pesanti nei confronti delle passeggere imbarcate a Palermo.
Il mittente della missiva mi segnala che altresì che per prenotare una cabina in questo periodo hanno pagato importi non indifferenti, circa 300€ e che lui ed altri si sarebbero interessati presso la compagnia GNV per il rimborso(visto il viaggio poco gradevole), riferendo, di aver ricevuto a loro avviso risposte insoddisfacenti e che negano qualsiasi indennizzo.
Il personale però afferma di avere sotto controllo la situazione.
Tra le foto, per documentare l'accaduto, che sono state fatte pervenire dal passeggero in questione, ve ne è una certamente meriterebbe di essere osservata.






Il passeggero riferisce che ci sono molti altri personaggi vestiti alla stessa maniera di quello della foto e che sarebbero particolarmente attivi nei comportamenti poco rispettosi e invadenti che sono stati segnalati prima.
Ad uno sguardo attento ed avendo anche mostrato la foto anche persone che hanno vissuto i periodi bui degli anni 90 della guerra civile algerina mi è stato riferito che tale vestiario è tipico degli islamisti salafiti, gruppo presente anche in Tunisia tenuti sotto controllo durante il regime di Ben Alì e ampiamente invece tollerati dopo la primavera araba sotto il governo del partito islamista Ennahda e di nuovo tenuti sotto monitoraggio dall'attuale Governo laico della Tunisia in particolare dopo gli ultimi attentati nelle località balneari tunisine e al Museo del Bardo a Tunisi in cui ci sono state anche vittime italiane.
Una considerazione finale:sui tg ci facevano vedere scrupolosi controlli in uscita dall'Italia, ma non in entrata.
Non sarebbe il caso di "attenzionare", in un contesto così delicato di ordine pubblico, anche le navi in entrata specie provenienti da Paesi sensibili in cui sono attive cellule terroristiche?






sabato 13 agosto 2016

Il futuro dell'Italia secondo il Ministro dell'istruzioneGiannini:flessibilità o distruzione di un Paese?




in un'intervista al Ministro dell'istruzione Giannini rilasciata ad un giornale svizzero ci sono molti spunti riflessione su cosa intende fare il governo per i giovani e quali prospettive intende lasciargli.
Ricordiamo che la Ministro è stata anche Rettore dell'Università per stranieri di Perugia nonché Presidente della conferenza dei Rettori delle Università italiane.Le parole quindi della Giannini hanno sicuramente un forte peso ed indirizzo su tutto il mondo accademico.


La ministro Giannini già dalla prima domanda dell'intervistatore pone l'accento sulla grandezza del modello tedesco da adottare qui e sulla Germania che come dicono tanti all'interno del Partito a cui aderisce la Giannini, ovvero il pd, è un modello da esportare anche in Italia.
Ci si chiede ma il modello tedesco è davvero un modello?
In aiuto ci viene questo interessante post del Prof.Bagnai: http://goofynomics.blogspot.it/2013/05/il-modello-tedesco-e-la-notte-dei.html di cui ho sempre apprezzato la produzione scientifica nonché gli ultimi libri.
Il modello tedesco quindi proposto dalla Ministro Giannini è più precarietà e più mini jobs (lavoro atipico sottopagato) introdotti dall'spd tedesco?
Lo stesso dello scandalo della casa automobilistica  VW e delle riforme Hartz paragonabili al nostro pacchetto (della precarietà) firmati Treu pd?
La ministro Giannini sull'impostazione cade in quella che sembrerebbe una contraddizione: da un lato l'istruzione italiana non favorisce l'apprendistato e il "saper fare" essendo troppo teorica, a suo avviso; dall'altra parte invece è un vanto quando i nostri giovani purtroppo sono costretti ad emigrare spinti da una disoccupazione senza precedenti e da salari da fame dovuti al cambio fisso dell'euro e appunto ai salari sempre più spinti al ribasso
("o si svaluta la moneta o il salario" CIT. Stefano Fassina).
La ex Rettore affonda ancora di più il colpo parlando di flessibilità e mobilità virtuose magari prendendo spunto, come dice il compagno, di partito Taddei (consigliere economico di Renzi) , dal modello americano superando quelle che a parere della Professoressa Giannini sarebbero rigidità novecentesche.Ci si chiede se siano effettivamente rigidità o invece diritti e tutele sul lavoro conformi alla nostra Costituzione conquistate in generazioni in lotta e in concertazione per ottenere un equilibrio di tutele per il contraente debole ovvero il lavoratore.Citado le parole della Giannini: 
"Le persone devono potersi muovere e spostarsi a seconda di ogni evenienza umana e lavorativa" quindi più flessibili più precari in una condizione di perenne ricattabilità lavorativa senza radici?
La Professoressa non affronta poi un tema fondamentale quello degli squilibri dell'eurozona che hanno portato a salari stagnanti persino in Germania ed a una riduzione dei margini e a delocalizzazioni selvagge.Pare che la Ministro il fenomeno non vada arginato e nemmeno governato ma semplicemente i giovani devono adattarsi ad una precarietà perenne con la conseguente difficoltà di poter creare un nuovo nucleo famigliare stabile.
La Giannini altresì concorda con Taddei anche sull'aumentare l'imposizione fiscale su ciò che è immobile ovvero il mattone, l'unica garanzia rimasta all'Italiano in tempi di Bail in, quindi di turbolenza sulle Banche italiane, incertezza economica oltre che di disoccupazione e deflazione.
La flessibilità quindi è sinonimo di apertura usando le parole del ministro e pare che le famiglie devono vederla così ed adattarvisi a qualunque costo sociale ed economico.
Infine anche la stessa ex Rettrice ammette che la flessibilità si fonda su una mobilità che rende più difficile la creazione di una stabilità, famigliare o individuale, almeno prima dei trent'anni. In questi termini è prevedibile che la famiglia come l'abbiamo conosciuta cessi di esistere... e che la fascia di persone più colpita in negativo dal progresso che stiamo vivendo rischino di essere le donne.

Ricapitolando la flessibilità è sinonimo di apertura ma allo stesso tempo danneggia la famiglia e le donne in modo particolare?
Quindi perché dovremmo rassegnarci a questo stato di cose?
Quale quindi sarebbe per la ministro Giannini la soluzione?

La titolare dell'Istruzione per concludere ancora una volta sbandiera il modello tedesco forse non prendendo in considerazione gli ultimi provvedimenti restrittivi 
http://www.jobsnews.it/2016/08/germania-in-attesa-della-dichiarazione-di-berlino-si-apre-il-dibattito-sulle-norme-antiterrorismo/
relativi proprio per contrastare alcune derive in atto http://www.cdt.ch/mondo/cronaca/161087/assumete-i-profughi-merkel-convoca-un-vertice-economico relative alla gestione dei rifugiati.
La stessa Germania quindi sta stringendo le maglie relative all'afflusso di migranti e ha seri problemi di occupazione dei profughi tanto da dover scomodare Frau Merkel per spronare le grandi aziende tedesche a dare il loro contributo.
Per finire riprendiamo le parole della ex Presidente della conferenza dei Rettori in questione proprio su come appunto intende conciliare flessibilità sgradita dagli italiani portando un peggioramento delle condizioni di vita e ineluttabili conseguenze sulla demografia:" la crisi demografica tedesca può essere controbilanciata dall'arrivo dei migranti. In questi termini, ha spiegato, l'arrivo di nuove persone va ad assumere una importante funzione economica e sociale. Le politiche di accoglienza potrebbero quindi non avere solo una funzione umanitaria, cioè quella sacrosanta di aiutare chi fugge da guerre o situazioni difficile, ma che risponda anche ad una necessità economica alla quale i Paesi flessibili e competitivi vanno incontro. Ciò è un riconoscimento da parte di chi governa che la Germania abbia bisogno dei migranti. Dobbiamo dunque prendere in considerazione il fatto che se l'Italia colmerà la discrepanza con i Paesi più produttivi – come la Germania - le politiche di accoglienza potrebbero andare a rivestire una funzione sempre più economica e non solo umanitaria."

il messaggio quindi è chiaro ed univoco: cari italiani, non farete più figli a causa della flessibilità obbligata dal fatto che siete nel sistema dell'euro che come unica leva per la competitività ha ormai solo l'abbassamento delle vostre retribuzioni?
Non c'è problema! Vi rimpiazziamo con chi è più flessibile per necessità, fugge da guerre(i dati del viminale indicano che lo status di rifugiato è concesso ad una minoranza, meno del 10% di coloro che sbarcano) o semplicemente può incrementare la disoccupazione fungendo da vero e proprio esercito industriale di riserva?E se secondo il ministro" 
le politiche di accoglienza potrebbero andare a rivestire una funzione sempre più economica e non solo umanitaria" fossero proprio finalizzate a sostituirvi o farvi accettare ancora più flessibilità e condizioni di vita ancora peggiori? Ci pensate a quali sarebbero proprio per voi, cari giovani e coetanei, le conseguenze?




Si Prospetta un futuro di precariato totale per i giovani ed un futuro senza legami familiari in cui saremo costretti alla precarietà estrema e alla mobilità geografica totale senza radici ?Se non dovessimo accettare questo trend imposto da scelte economico politiche molto precise  dell'eurozona la conseguenza sarebbe essere espulsi dal mercato del lavoro in Europa? Sarebbe di emigrare per il mondo a fare dumping salariale intra Ue come coloro che hanno accettato le condizioni salariali e di flessibilità, a noi non abbiamo acconsentito? Non sono queste ricette per tornare indietro per quanto riguarda le tutele sul lavoro e le speranze per il futuro dei giovani in questo Paese? 

venerdì 12 agosto 2016

ricette 5 stelle vs PD per uscire dalla crisi: politiche efficaci o caccia al ladro di polli?

Oggi uno dei membri del direttorio del movimento 5 stelle, Luigi Di Maio ha pubblicato sulla sua pagina Facebook delle ricette alternative a quelle del governo Renzi. Ma sono davvero alternative risolutive per la crisi rispetto a quelle del PD che hanno dimostrato non certamente brillantezza nella crescita economica? Pubblico qui sotto lo screenshot del post di di Maio.




Ora vi pubblico il commento che ho messo sotto il post di Di Maio: 

Di fronte ad un tale post Mi arrendo, non è citato l'euro come causa della crisi al contrario si citano improbabili spending review che implicano tagli alla sanità e alle pensioni (la vera spesa è lì ma in crisi è un delitto tagliarla perché abbatti ulteriormente i consumi e incrementi la povertà) .Ciò che dici all'inizio riguarda il fatto che i governi precedenti hanno cambiato ciò che è incluso nel pil inserendo droga e prostituzione.Bisogna essere realisti ed analizzare i fenomeni macroeconomici.Un'economia cresce se aumentano i salari ed aumentano i consumi.Con una moneta, ovvero l'euro, che è fatta per svalutare i salari perché artificiosamente alta per la nostra economia e che implica una maggiore propensione ad acquistare dall'estero dove vuoi andare? L'euro e i trattati europei sono il motivo numero uno di questa crisi.L'anno prossimo il deficit previsto dall'UE  è 1,8% contro il 2,3% di quest'anno .Ciò significa ancora meno investimenti.
DI Maio parla di salvare le banche? Sì ma quelle estere, contribuendo ai fondi salvastati non per l'effettiva esposizione bensì pro quota decisa arbitrariamente, Per questo abbiamo chiamato monti che ha subito cambiato la ripartizione del contributo per salvare le banche greche dall'esposizione che era in carico a banche tedesche e francesi.
Anche qui il silenzio di questo post è assurdo e ancora più grave parlare di misure palliative o già presenti come la no tax area(già oggi gli studenti poco abbienti pagano pochissimo) e la corruzione (come se questa fosse collegata alla crescita economica quando il più grande caso di corruzione internazionale è stato quello della Siemens e la Cina mi pare cresca nonostante sia ipercorrotta sia a livello locale che a livello centrale ) . Vale la pena ricordare, ancora una volta, che il reddito di cittadinanza è semplicemente un' elemosina che non fa aumentare minimamente la produzione industriale semmai con il combinato disposto del euro porterà ad un maggiore lavoro nero e all'ulteriore compressione dei salari visto che ci sono parecchi molto precisi per averlo anche secondo la vostra proposta in più è un modello fallimentare anche nei paesi dove è stato applicato in maniera completa. 
Se vogliamo parlare di questo bisogna parlare di politiche attive del lavoro di piani di occupazione correlati a piani di investimento. Altra cosa assolutamente fuori luogo:con l'attuale flusso migratorio in particolare in località turistiche quali Como e Ventimiglia mi chiedo come sia possibile conciliare entrambe le cose dato che non mi pare che hai espresso in questo un'opinione di invece fondamentale per capire se pensi con una disoccupazione giovanile del 40% ulteriori migranti siano un esercito industriale di riserva(funzionare riprendendo Marx a tagliare i salari)  oppure ricchezza . 
Nel direttorio pentastellato Paiono sempre occupati di ladri di polli quando in Ue versiamo più di quanto riceviamo ed ormai non controlliamo più nemmeno la politica fiscale e quella monetaria da quando è stato approvato il Trattato di Maastricht e poi quello di Lisbona. 
Per favore Luigi non si tratta di mandare a casa nessuno si tratta di capire quali siano le priorità per la crescita e quali invece sono fumo negli occhi della gente per non disturbare invece quelli che sono gli enti sovranazionali che decidono le politiche di spesa e quelle di gestione della moneta che possono davvero fare la differenza.
 L'unica cosa che resta da fare subito e uscire dall'euro ma non per referendum in quanto vi sarebbe l'aggressione dei mercati e la prima regola che insegnano a politica economica è quella di avere una politica monetaria imprevedibile per i mercati.
Fa il piacere Luigi,, riprendiamo le priorità necessarie alla crescita di questo Paese e non concentriamoci sui ladri di polli scannandoci tra di noi quello.Ciò che vuole l'Europa è esattamente questo;  ti consiglio di leggere cosa successe prima dell' uscita dallo SME all'Italia tutti cercavano una causa all'interno del paese dando la caccia alle pulci e ai polli agli evasori e dando, o facendo finta di dare, briciole contro la povertà.Fai ripartire il lavoro esci dall'euro e riprendi la sovranità monetaria e fiscale!  Il resto sono chiacchere che distraggono dei veri problemi!

giovedì 11 agosto 2016

I conti della serva: come da un comunicato stampa sui migranti puoi ricavare un sacco di informazioni





Di recente ho scritto un post chiedendomi se c'erano modi migliori mare nostrum per salvare i veri rifugiati.
Lo potete leggere qui:
http://lucabattanta.blogspot.it/2014/08/come-si-supera-marenostrum.html

Poche settimane fa sono usciti i numeri del Viminale sui risultati di mare nostrum.
Numeri aridi a mio parere che possono trarre in inganno chi non è avvezzo all'uso di alcuni termini giuridici o non si ferma a leggere nel dettaglio i numeri
In questo post mi piacerebbe anche introdurre un importante elemento matematico, il calcolo percentuale, che alcune agenzie stampa sembrano conoscere a momenti alterni quando si parla di immigrazione.
Vediamo i famosi dati del Ministero quindi:
http://m.agi.it/cronaca/notizie/immigrati_viminale_da_inizio_anno_sbarcati_in_101_480-201408151446-cro-rt10034#.VBS2NUtLkim

Riporto qui l'agenzia da AGI.IT

(AGI) - Roma, 15 ago. - Sono 101.480 i migranti sbarcati sulle nostre coste dall'inizio dell'anno a oggi. Il dato' e' emerso nel corso della conferenza stampa seguita al Comitato nazionale dell'ordine e della sicurezza pubblica, presieduto dal ministro Alfano al Viminale. Negli ultimi dodici mesi (tra l'1 agosto 2103 e il 31 luglio 2014) i migranti sbarcati sono stati in tutto 116.944 (dei quali 62.982 soccorsi nell'ambito dell'operazione Mare nostrum): l'83% e' arrivato in Sicilia, l'8% in Puglia, il 6% in Calabria, il 3% in Campania, lo 0,9% in Liguria, lo 0,3% in Sardegna. Cinquecentotrentanove gli scafisti arrestati dal 1 maggio 2013 all'altro ieri. Sempre negli ultimi dodici mesi, le domande di protezione internazionale prese in esame sono state 35.424, di cui 24.435 (il 68,9%, piu' di due su 3) con il riconoscimento di una forma di protezione: status di rifugiato per 3.784, protezione sussidiaria per 8.143, motivi umanitari per 12.508. Le istanze respinte sono state 9.691. Al 31 luglio scorso- tra strutture temporanee, centri governativi e Sprar - trovavano accoglienza nel nostro Paese 53.243 migranti (il 28% in Sicilia, il 13% nel Lazio, l'11% in Puglia, l'8% in Calabria, il 7% in Lombardia).
  (AGI) .


Partiamo con i conti della serva per esaminare un comunicato pieno di numeri:

1) numero sbarcati contro numero di salvati da mare nostrum: (62982/116944)*100 = 0,583 ovvero il 53% è stato soccorso da Mare Nostrum.
Una domanda sorge spontanea: e gli altri chi li ha soccorsi?
http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/2014/notizia/migranti-salpa-la-prima-nave-di-salvataggio-finanziata-dai-privati-con-droni-ed-esperti_2057727.shtml

Loro o qualcuno non li ha notati?


2) Lo 0,3% è arrivato in Liguria?!? Ci è stato portato questo 0,3% o qualcuno non ha visto? 
Pare strano abbiano percorso tanto mare in autonomia superando anche la Corsica (come mai?) 

3)Passiamo all'annosa questione delle domande di protezione internazionale (ricordiamo che qualora venga rifiutata anche se manifestamente infondata se si fa ricorso questo blocca l'espulsione e questo incentiva purtroppo anche a ricorsi senza fondamento alcuno da parte di certe associazioni senza scrupoli che considerano il migrante un business e non una persona).

Abbiamo detto che gli sbarcati sono 116944.
Le domande di protezione sono 35424 leggiamo sopra.
Banale calcolo percentuale: (35424/116944)= il 30%

Riassumendo solo il 30% riteneva di avere la possibilità di poter avere uno Status di protezione internazionale.
Il 70% dei 116944 invece come mai permane ancora sul territorio visto che è entrato illegalmente sul nostro territorio e non ha pensato (loro o le associazioni) di avere nemmeno i requisiti per presentare la domanda?
Queste persone, che nemmeno hanno presentato domanda di protezione e che si ritrovano quindi clandestini (migranti economici se fossero entrati regolarmente, come molto probabilmente lo erano anche sulle coste dei Paesi del nord africa prima della svolta islamista in quei Paesi)  di fatto, rimarranno sul nostro territorio illegalmente dopo aver pagato gli scafisti e finanziato il terrorismo?
Quali provvedimenti e quali prospettive spettano per queste persone dovrebbe in teoria indicarlo il titolare del Viminale e della Farnesina.Ad oggi non risultano dichiarazioni in merito da quanto mi risulta.Attendiamo fiduciosi.

4) avendo quindi appreso che solo il 30% degli sbarcati ha ricevuto esame di una domanda di protezione che ha fatto andiamo a vedere quanti hanno ricevuto Asilo politico e quanti invece una forma diversa di protezione internazionale. 
Un inciso : in attesa di sapere che status abbiano giuridicamente credo sia doveroso identificarli così e non come profughi o come clandestini concetti con chiaro significato, chi li chiama profughi senza che sia accertato il loro status commette una inesattezza giuridica.Nel diritto come nella matematica ci sono termini corretti come scorretti ed è bene sempre usare quelli corretti.
Di questo 30% dei 116000 esseri umani sbarcati il 68% cioè 24435 ha ricevuto una protezione internazionale.
Ricordiamo però che sono stati ad oggi 116944 gli sbarcati sulle nostre coste.
Non fornendoci anche in questo caso AGI la percentuale sul totale degli sbarcati la calcoliamo noi verificando quale percentuale rappresenta 24435(coloro che hanno ricevuto protezione) con il totale delle persone sbarcate: 116944
Il risultato di questo calcolo complessisimo da terza elementare è: 20,9%!
Commentando il dato quindi: solo il 20,9% delle persone sbarcate ha avuto un riscontro positivo per quanto riguarda uno stato di protezione internazionale.
Quindi possiamo coerentemente dire che, ad oggi, solo il 20,9% delle persone sbarcate sulle nostre coste, grazie ad un riconoscimento di protezione internazionale può "fregiarsi" correttamente del termine PROFUGO.

5) in tv si sente spesso parlare di "asilo politico" ma esiste solo quello come status di protezione internazionale?
No assolutamente, in tv non ti hanno detto che esistono altri status per quanto riguarda la protezione delle persone.

Leggiamo che circa 12000 persone (il 50% di quelli che hanno una protezione internazionale) avrebbero infatti usufruito della cosiddetta protezione per motivi umanitari: 
Di che si tratta?

Il permesso di soggiorno per motivi umanitari può essere rilasciato:
- dal Questore a seguito di raccomandazione della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale in caso di diniego dello status di protezione internazionale o di revoca o cessazione dello stesso, qualora ricorrono “seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano”;
- su richiesta del cittadino straniero, anche in assenza di una richiesta della Commissione, qualora ricorrano gravi motivi di carattere umanitario, come ribadito dalla sentenza del TAR Lazio dell’8 ottobre 2008 n. 8831 “il Questore, prima di respingere la domanda di rilascio del permesso di soggiorno, è tenuto a svolgere la verifica sulla particolare situazione di fatto nella quale versa in richiedente, verificando l’insussistenza di elementi impeditivi all’espulsione o respingimento verso lo Stato di appartenenza.”;
- in caso di riconoscimento della protezione temporanea ai sensi dell’art. 20 del TU, per rilevanti esigenze umanitarie, in occasione di conflitti, disastri naturali o altri eventi di particolare gravità in Paesi non appartenenti all’Unione Europea;
- allo straniero inespellibile ai sensi dell’art. 19 del Testo Unico; 

- altri casi, come per programmi di protezione sociale in favore delle vittime di sfruttamento ex art. 18. In questi casi il permesso ha caratteristiche differenti.

Requisiti

Il permesso di soggiorno per motivi umanitari può essere chiesto e rinnovato anche in mancanza di passaporto e senza i requisiti previsti per altre tipologie di permessi, come la disponibilità di mezzi di sostentamento, o di alloggio, o di disponibilità di mezzi per il rientro al proprio paese.

Durata

La durata per permesso sarà pari alle necessità documentate che ne hanno consentito il rilascio. Nella prassi amministrativa, di fatto, la durata è variabile dai 6 mesi ai 2 anni.

Il permesso per motivi umanitari consente

- di svolgere attività lavorativa (sia lavoro subordinato che autonomo, con i requisiti necessari per questo tipo di attività, sia in qualità di socio lavoratore di cooperativa);
- l’accesso al Servizio Sanitario Nazionale (iscrizione obbligatoria);
- l’accesso ai centri di accoglienza dei Comuni e alle misure di assistenza sociale previsti per le persone titolari di protezione internazionale;
- l’accesso alla formazione;
- la conversione a lavoro e per motivi familiari qualora ne sussistano i requisiti. In questo caso è necessario il possesso del passaporto.
Non consente il ricongiungimento familiare.
Il permesso è rinnovabile finché dura la situazione che ne ha motivato il rilascio, anche in mancanza di passaporto. Il rinnovo si chiede direttamente in questura.


Queste persone "in caso di diniego dello status di protezione internazionale o di revoca o cessazione dello stesso," qualora ricorrono “seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano”;per rilevanti esigenze umanitarie, in occasione di conflitti, disastri naturali o altri eventi di particolare gravità in Paesi non appartenenti all’Unione Europea; possono accedere al permesso di soggiorno per motivi umanitari che potranno rinnovare rinnovato anche in mancanza di passaporto e senza i requisiti previsti per altre tipologie di permessi, come la disponibilità di mezzi di sostentamento, o di alloggio, o di disponibilità di mezzi per il rientro al proprio paese.

Alcune domande che mi pongo: se non hanno i mezzi per sostenersi come fanno a vivere in Italia?
Come si rinnova un permesso senza un passaporto(come identifichi la persona?)
Quando  cessasse il conflitto o la situazione di eccezionale gravità nel loro paese sono tenuti a rientrare o vengono mantenuti dai contribuenti qui se non hanno trovato un lavoro? (cosa non semplice con una disoccupazione a due cifre)...Si legge anche che La durata per permesso sarà pari alle necessità documentate che ne hanno consentito il rilascio quindi una volta scaduto il permesso cosa succede a queste persone? Permangono da clandestini o vengono espulse?

5b) leggiamo della protezione sussidiaria nei dati del Viminale e probabilmente credo il 90% non sa cosa sia.
Il 7 % dei 116944 del totale di sbarcati sulle nostre coste che corrispondono a circa il 33%, 8143 persone di coloro che hanno ricevuto uno status di protezione, i  24000 di prima, hanno avuto il riconoscimento di questo Status di protezione sussidiaria.
Andiamo a vedere di che si tratta:

La protezione sussidiaria è uno status, al pari di quello di rifugiato, che viene riconosciuto dalla Commissione territoriale competente in seguito alla presentazione di domanda di protezione internazionale. 
Qualora il richiedente non possa dimostrare una persecuzione personale ai sensi della Convenzione di Ginevra, che definisce chi è rifugiato, ma si ritiene che rischi di subire un danno grave (condanna a morte, tortura, minaccia alla vita in caso di guerra interna o internazionale) nel caso di rientro nel proprio paese, può ottenere la protezione sussidiaria.

Il permesso di soggiorno per protezione sussidiaria

Al titolare dello "status di protezione sussidiaria" la Questura rilascia un permesso con motivo "protezione sussidiaria".
Il permesso per protezione sussidiaria sarà rilasciato a tutti coloro che sono in possesso di un permesso per motivi umanitari rilasciato prima del 19 gennaio 2008, non prima che questo sia scaduto.
Il permesso per protezione sussidiaria:
- ha una durata di 5 anni;
- è rinnovabile, previa verifica dell’attualità delle cause che hanno consentito il rilascio;
- consente l’accesso allo studio;
- consente lo svolgimento di un’attività lavorativa (subordinata o autonoma e pubblico impiego);
- consente l’iscrizione al servizio sanitario;
- dà diritto alle prestazioni assistenziali dell’Inps (‘assegno sociale’ e ‘pensione agli invalidi civili’) e all’assegno di maternità concesso dai Comuni. 
N.B. I titolari di permesso per protezione sussidiaria possono presentare richiesta del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.
Il permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo rilasciato allo straniero titolare di protezione internazionale reca, nella rubrica «annotazioni», la dicitura «protezione internazionale riconosciuta dall’Italia il» e riporta, di seguito, la data in cui la protezione è stata riconosciuta.
Il calcolo del periodo di soggiorno (5 anni) per il rilascio del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo è effettuato a partire dalla data di presentazione della domanda di protezione internazionale in base alla quale la protezione internazionale è stata riconosciuta.
Il permesso di soggiorno per protezione sussidiaria può altresì essere convertito in un permesso di soggiorno per lavoro. La conversione però comporta la rinuncia allo status di protezione sussidiaria.

Titolo di viaggio

Quando sussistono fondate ragioni che non consentono al titolare dello status di protezione sussidiaria di chiedere il passaporto alle autorità diplomatiche del Paese di cittadinanza, la questura competente rilascia allo straniero interessato il titolo di viaggio per stranieri. 

Diritto all’unità familiare

Il titolare di permesso per protezione sussidiaria, può fare richiesta di ricongiungimento familiare per consentire l’ingresso in Italia dei propri familiari, senza dimostrare i requisiti di alloggio e di reddito richiesti per gli altri cittadini stranieri. (art.29 bis D.lgs. 286/98)
Per familiari si intendono:
- il coniuge;
- i figli minori (naturali o adottati o affidati o sottoposti a tutela), a condizione che siano non sposati e a carico del titolare del permesso per protezione sussidiaria;
- i figli maggiorenni a carico se invalidi totali;
- i genitori con molte restrizioni.
http://www.meltingpot.org/Scheda-pratica-Permesso-per-protezione-sussidiaria.html#.VBTEUktLkik

Incominciamo a dire che chi ottiene lo status di protezione sussidiaria NON è quindi giuridicamente un rifugiato si legge infatti che " Qualora il richiedente non possa dimostrare una persecuzione personale ai sensi della Convenzione di Ginevra, che definisce chi è rifugiato, ma si ritiene che rischi di subire un danno grave (condanna a morte, tortura, minaccia alla vita in caso di guerra interna o internazionale) nel caso di rientro nel proprio paese "

A chi viene rilasciata una protezione sussidiaria:

Il permesso per protezione sussidiaria sarà rilasciato a tutti coloro che sono in possesso di un permesso per motivi umanitari rilasciato prima del 19 gennaio 2008, non prima che questo sia scaduto.
E' quindi una sanatoria per i casi prima di questa data?

Altre caratteristiche del permesso di protezione sussidiaria:
- ha una durata di 5 anni; (e quando scade? Si viene espulsi o si vive in clandestinità?)
- è rinnovabile, previa verifica dell’attualità delle cause che hanno consentito il rilascio; (e se non sussistono più le cause che succede, si dovrebbe venire espulsi?)
- consente l’accesso allo studio; (giustamente possono formarsi qui anche se per tutti gli altri c'è un permesso specifico per studenti)
- consente lo svolgimento di un’attività lavorativa (subordinata o autonoma e pubblico impiego); (occhio significa che potreste trovare queste persone come statali)
- consente l’iscrizione al servizio sanitario; (ovvero possono avere la tessera sanitaria come gli italiani e chi ha sudato un permesso di soggiorno come migrante economico senza pagare un'assicurazione privata)
- dà diritto alle prestazioni assistenziali dell’Inps (‘assegno sociale’ e ‘pensione agli invalidi civili’) e all’assegno di maternità concesso dai Comuni.(quindi da diritto all'equivalente della vecchia pensione sociale ,anche se hai versato 0 contributi, a quella di invalidità e all'assegno di maternità?)
N.B. I titolari di permesso per protezione sussidiaria possono presentare richiesta del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.

5c) passiamo a coloro che hanno ottenuto infine lo status di rifugiato:
Il 3,2% dei 116944 del totale di sbarcati sulle nostre coste che corrispondono a circa il 10,6%, 3784 personem di coloro che hanno ricevuto uno status di protezione, i  24000 di prima hanno avuto il riconoscimento di questo Status 
Dapprima un canonico ripasso del concetto di cosa è un vero rifugiato.

la domanda viene accolta quando gli atti di persecuzione denunciati costituiscono una minaccia alla vita o alla libertà della persona
Possono richiedere asilo coloro che non possono o non vogliono tornare nel loro Paese perché temono persecuzioni.
Per richiedere il riconoscimento dello "status di rifugiato" è necessario presentare una domanda motivata e, nei limiti del possibile documentata, con l'indicazione delle persecuzioni subite e delle possibili ritorsioni in caso di rientro nel proprio Paese.

Il termine “persecuzione” non è definito nella convenzione di Ginevra. Il manuale dell’Unchr del 1992 chiarisce che “dall’art. 33 della Convenzione di Ginevra del 1951 si può dedurre che costituisce persecuzione ogni minaccia alla vita o alla libertà”.

ATTI DI PERSECUZIONE (AI SENSI DELL’ARTICOLO 1A DELLA CONVENZIONE DI GINEVRA RELATIVA ALLO STATUS DEI RIFUGIATI)

  • atti sufficientemente gravi, per loro natura o frequenza, da rappresentare una violazione grave dei diritti umani fondamentali, in particolare dei diritti per cui qualsiasi deroga è esclusa a norma dell’articolo 15, paragrafo 2, della convenzione europea di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali
  • quando la somma di diverse misure - tra cui violazioni dei diritti umani - ha un impatto sufficientemente grave sulla persona

ESEMPI DI COMPORTAMENTI PERSECUTORI

  • atti di violenza fisica o psichica, compresa la violenza sessuale
  • provvedimenti legislativi, amministrativi, di polizia e\o giudiziari, discriminatori per loro stessa natura o attuati in modo discriminatorio
  • azioni giudiziarie o sanzioni penali sproporzionate o discriminatorie
  • rifiuto di accesso ai mezzi di ricorso giuridici e conseguente sanzione sproporzionata e discriminatoria
  • azioni giudiziarie o sanzioni penali come conseguenza del rifiuto di prestare servizio militare in un conflitto, quando questo comporterebbe la commissione di crimini o reati
  • atti specificamente diretti contro un sesso o contro l’infanzia

un solo commento: come potete vere il termine "persecuzione" viene dedotto ma essendo un termine dedotto comporta una interpretazione che è stata data come è stato mostrato sopra.


6)9691 domande sono state respinte ovvero un 1/3 delle domande , le persone qui citate sarebbero tecnicamente clandestini in quanto la loro domanda non ha requisiti non solo per essere considerata proveniente da un rifugiato ma 
Ricordiamo che qualora venga rifiutata anche se manifestamente infondata se si fa ricorso questo blocca l'espulsione e questo incentiva purtroppo anche a ricorsi senza fondamento alcuno da parte di certe associazioni senza scrupoli che considerano il migrante un business e non una persona.
Ci si domanda quindi: queste 9691 persone verranno espulse o tutte hanno presentato ricorso?
I dati dell'anno scorso non sono molto diversi sull'accettazione, in Ue la gran parte delle domande viene respinta.
iTALIA, DATI COMPLESSIVI PRIMI NOVE MESI DEL 2013- Nei primi 9 mesi del 2013, l’Italia ha avuto 18.780 richieste d’asilo, un dato già superiore a tutte le richieste del 2012 (17.352).
Sono state prese 19.420 decisioni (dato che include decisioni su casi pendenti degli anni precedenti): 12.645 persone hanno avuto una forma di protezione: (2225 lo status di rifugiato, 4120 la protezione sussidiaria e 6270 un permesso per motivi umanitari); 6775 richiedenti asilo hanno ottenuto il diniego.
EUROPA –Nel 3° trimestre del 2013 oltre 117 mila persone - provenienti soprattutto da Siria (14.335), Russia (10.230), e Serbia (6.895)- hanno cercato asilo in uno degli Stati membri dell'Unione europea, in aumento dell'31% rispetto allo stesso periodo del 2012. Le mete dei richiedenti asilo sono soprattutto Germania (35.925), Svezia (16.695) e Francia (15.670). Crescono molto i richiedenti asilo a Malta.
I richiedenti asilo sono in maggioranza di sesso maschile, in una fascia di età molto giovane (il 50,9% e tra i 18 e i 34 anni; il 27,9% è minorenne.
Durante il 3° trimestre del 2013, nell’UE sono state prese 82.355 decisioni di primo grado in materia di asilo: circa il 31% è stato positivamente accolto: in totale 25.855 persone hanno ricevuto una forma di protezione: di queste 12.145 lo status di rifugiato (il 15%), 9.820 la protezione sussidiaria (12%); 3.890 il permesso per motivi umanitari (5%). 56.500 persone hanno ricevuto il diniego.

Abbiamo visto quindi che molti non presentano nemmeno domanda di protezione, chi la presenta in Ue ha 3 possibilità du 4 che venga scartata.
In Italia riguardo alle richieste di protezione in Italia il tasso di accettazione è circa doppio che nel resto della Ue(c'è da chiedersi se nel resto della Ue esistono e/o sono così diffusi protezione  sussidiaria e permesso per motivi umanitari)  ma i rifugiati in media nel rappresentano solo 20% di chi fa una domanda di Protezione.

per concludere: abbiamo visto come uno scarno comunicato pieno di numeri sia in realtà una miniera di informazioni.
A voi farne tesoro!