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domenica 3 novembre 2013

i dietrologi del politicamente corretto si attaccano pure ai pomodori

Ho trovato un artico dell'espresso che fa riferimento ad una pubblicità della "Pomì" , nota ditta italiana di pomodori.
http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/11/03/geni-del-marketing/comment-page-1/#comment-584932
La colpa grave dell'azienda, secondo l'articolo, non è nel suo rivendicare orgogliosamente il "made in Italy" ma nell'aver osato evidenziare che la produzione dei pomodori avviene in quattro  regioni del centro-nord.
Non lo avessero mai fatto! Ecco qui sotto l'immagine incriminata (notare giustamente il tricolore italiano in alto)




Per quanto mi riguarda non ci vedo nulla di male se effettivamente il pomodoro viene da quelle zone.Per tanti prodotti, ad esempio Dop, sia del nord che del sud indichiamo e giustamente la zona di provenienza.E' giusto che per le arance siciliane indichiamo che sono effettivamente siciliane (anche se in teoria le puoi coltivare altrove in Italia) così si può indicare dove viene coltivato il pomodoro (come per il discorso delle arance di prima) di quell'azienda.Per lo stesso Parmigiano Reggiano le zone in cui viene prodotto sono simili e nessuno si scandalizza, giustamente.
L'Italia è bella perché ogni suo territorio apporta qualcosa di tipico in una unione che la rende una grande Nazione.
Quindi non ci vedo alcuna dietrologia politica solo perché nel messaggio ci sono indicate delle regioni del nord in grigio.
Per il discorso Barilla: quella si potrebbe essere stata una "trovata" di marketing poiché come effetto ha ottenuto un tangibile aumento delle vendite.
Ps:i tre colori nella pagina (bianco verde rosso) e nel logo pomì indicano chiaramente che l'azienda è fiera della sua italianità, a mio parere.
Definirei il cercare da parte di certe persone, giornalisti e fazioni politiche una strumentalizzazione contro l'avversario politico o imprenditoriale in qualunque caso come una vera e propria paranoia!

UPDATE: Apprendo che la Pomì avrebbe risposto a queste strumentalizzazioni a sua volta cadendoci come una pera o sarebbe meglio dire un "pomodoro".
Anzichè semplicemente ricordare da dove viene il proprio prodotto come una peculiarità  e ricordare che addirittura il logo della Pomì è composto da un tricolore (evidentemente non c'era alcuna discriminazione per il discorso descritto sopra) ed in cima alla pagina è presente un tricolore cade in pieno nella trappola tesagli facendo questa precisazione.
"I recenti scandali di carattere etico/ambientale che coinvolgono produttori ed operatori nel mondo dell'industria conserviera stanno muovendo l'opinione pubblica, generando disorientamento nei consumatori verso questa categoria merceologica. Il Consorzio Casalasco del Pomodoro e il brand Pomì sono da sempre contrari e totalmente estranei a pratiche simili, privilegiando una comunicazione chiara e diretta con il consumatore."
Con questa ultima dichiarazione hanno trasformato una pubblicità innoqua e strumentalizzata in qualche cosa di potenzialmente dannoso per loro...COMPLIMENTI!
Da una puntura di zanzara hanno creato una infezione...
http://www.ilmattino.it/NAPOLI/CRONACA/pubblicit-amp-agrave-pom-amp-igrave-solo-pomodori-nord-polemica/notizie/349639.shtml